«Il Distretto Florovivaistico della Liguria è fortemente preoccupato per gli scenari che si prospettano in vista della prossima uscita dall’Unione Europea del Regno Unito». A dirlo, in un comunicato inviato all’indomani del voto sulla Brexit, è il presidente del Distretto Luca De Michelis. «Tale Stato è – spiega De Michelis – un mercato tradizionale e consolidato per i prodotti florovivaistici liguri. Anche se ora non sono ancora chiari gli effetti che avrà questa decisione popolare sia riguardo l’economia britannica sia riguardo l’uscita dal Mercato Unico della monarchia britannica, è evidente come questo possa generare una situazione di pesante incertezza, oltre che di evidenti ostacoli per assenza di normative nell’import-export. Il rischio concreto di una sterlina debole che diminuirebbe il potere d’acquisto dei consumatori, facendoli spostare verso prodotti nostri concorrenti di minor qualità. Tale mancanza di orizzonti precisi rischia di essere molto significativa per la produzione e il commercio ligure di fiori e piante»
Secondo Flora Holland, cooperativa di riferimento della aste floricole olandesi, il Regno Unito è uno dei più grandi paesi consumatori di fiori in Europa. Lo scenario destabilizzante detrminato dalla Brexit, ormai più che concreto, si sta ora evidenziato per quanto riguarda le borse, ma il contagio potrebbe coinvolgere l’economia reale. Gli olandesi, primi attori sul mercato floricolo globale, si interrogano sugli effetti dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, intravedendo un possibile ruolo di sostituzione giocato dai paesi terzi esportatori.
«In Liguria – dice il direttore del Distretto Alessandro Lanteri – esistono alcune grandi aziende che esportano direttamente verso la Gran Bretagna, molte altre lo fanno attraverso la piattaforma olandese. Il mercato inglese è quello caratterizzato maggiormente dalla vendita di fiori in bouquet preconfezionati nei supermercati. Ma ci sono anche fioristi professionali di altissima qualità che sono sempre molto attenti e interessati alla nostra produzione invernale. La Gran Bretagna è anche un mercato tradizionale per il nostro reciso, mentre erano interessanti le prospettive di crescita per le piante in vaso». Fino a ieri. Da oggi lo scenario è incerto: «Oltre gli effetti sul mercato direttamente interessato – si legge nella nota del Distretto – tale situazione ha causato un pesante contraccolpo sui mercati finanziari e valutari di tutto il mondo e questo potrebbe trasferirsi nell’economia reale. In ultimo, diverse istituzioni finanziarie internazionali hanno correttamente mostrato come l’Italia sarà relativamente poco coinvolta come sistema Paese nell’economia reale. Saranno però fortemente colpiti quasi tutti i nostri mercati tradizionali del Nord Europa (Austria esclusa). Chiediamo pertanto alle competenti istituzioni europee, italiane, regionali e camerali vigilanza, vicinanza e sostegno al nostro settore che stava cominciando a dare segnali positivi dopo difficili anni di crisi».