«La giunta proporrà al consiglio comunale una revisione della delibera votata martedì scorso, riguardo entrambi gli emendamenti, per introdurre meccanismi più selettivi e attenti agli effetti sociali e comunque tali da non incidere drammaticamente sul bilancio del Comune con tagli ai servizi per i cittadini che sarebbero ingiusti e insopportabili». È quanto prevede una delibera approvata ieri sera dalla giunta del Comune di Genova per rimediare agli affetti degli emendamenti dell’opposizione approvati dal consiglio martedì sera sulla delibera Imu-Tasi Gli emendamenti riducono dallo 0,58% allo 0,29% l’aliquota Imu per le unità immobiliari di categoria A1 adibite ad abitazione principale (entreranno circa 5 milioni di euro in meno nelle casse comunali) e dallo 0,85% allo 0,58% l’aliquota Imu per gli immobili a canone concordato. Doveva essere di circa 189 milioni di euro il gettito atteso dall’Imu nel 2016 dal Comune di Genova ma i due emendamenti dell’opposizione approvati hanno modificato il quadro, e per palazzo Tursi si profila il rischio di un mancato incasso per circa 8 milioni di euro.
La proposta di revisione degli emendamenti viene annunciata dalla giunta con una nota stampa.
«Una riduzione di tale consistenza delle risorse finanziarie a disposizione del Comune, già falcidiate dai tagli dello Stato (165 milioni in meno dal 2011) – si legge nel comunicato – ricadrebbe in modo inaccettabile sui cittadini perché costringerebbe a ridurre drasticamente servizi essenziali per la città. Non ci sarebbero alternative o altre voci di bilancio su cui scaricare le conseguenze finanziarie di questi emendamenti. Non ci sono “sprechi” da tagliare. Da anni, infatti, l’Amministrazione comunale dà prova concreta di grande rigore nella gestione della spesa corrente. Le spese per il personale sono scese di cinquanta milioni, sono costantemente diminuiti i dipendenti e l’indebitamento del Comune. Il bilancio 2016, presentato dalla Giunta, conferma misure di contenimento delle spese di funzionamento. In queste condizioni l ’abbassamento indiscriminato dell’aliquota sulle case classificate come A1 di lusso, così come previsto da uno degli emendamenti, si risolverebbe in una grave ingiustizia perché toglierebbe soldi ai servizi, in particolare per i meno abbienti, concedendo invece agevolazioni fiscali a famiglie di reddito più elevato».
«L’amministrazione comunale – si legge ancora nella nota stampa – è anche consapevole che, vista la particolare diffusione delle case A1 nella nostra città, ci possono essere persone anziane che, pur avendo basso reddito, per storia familiare o per altre circostanze, abitano in alloggi catalogati di lusso; però la questione non deve essere risolta attraverso una agevolazione estesa a tutti, indipendentemente dal reddito».