Cresce l’export e traina la modesta ripresa in atto, ristagna l’import, segno di consumi non aumentati in misura sensibile e anche di un rallentamento dei traffici con la Cina. Così Alessandro Laghezza, agente e spedizioniere marittimo, presidente degli spedizionieri del porto della Spezia e consigliere nazionale Fedespedi, analizza la congiuntura economica attuale vista dal porto della Spezia. Un osservatorio privilegiato lo scalo spezzino, considerato il fatto che vale il 21% dei container movimentati da e per l’Italia.
«Non è un anno entusiasmante – dichiara Laghezza a Liguria Business Journal – i volumi sono sostanzialmente quelli dell’anno precedente, c’è una buona tenuta dell’export e un import che ristagna. Quel minimo di ripresa che c’è viene trainato dall’export, da 20 – 30 mila aziende».
Tra le cause del rallentamento delle importazioni, secondo Laghezza, «c’è il fatto che i consumi interni fondamentalmente non crescono, almeno non in misura sensibile. E poi è in atto un rallentamento dell’import dalla Cina e dall’Estremo Oriente. Si tratta di una tendenza generale che avvertiamo da un anno, un anno e mezzo. Le aziende, inoltre, importano meno dall’Estremo Oriente anche perché rallenta la delocalizzazione. È un po’ passata la moda di spostare la produzione in Cina, molte aziende hanno fatto bene i conti, calcolando anche costi che forse non avevano previsto con esattezza, come quelli relativi ai viaggi, e hanno concluso che non conviene andare laggiù. Influisce anche una certa instabilità economica e finanziaria della Cina. C’è la tendenza a riportare la produzione in Italia oppure a sostituire la Cina e l’Estremo Oriente con l’Est europeo, e i traffici con l’Est Europa non passano per La Spezia. Beninteso, questo riguarda soltanto alcune aziende, altre continuano a produrre in Cina. Si tratta di valori minimi ma che possono fare intuire un ‘inversione di tendenza».
Un altro indicatore utile per capire lo stato attuale dell’economia è il prezzo dei noli. «Sono bassissimi – dice Laghezza – costa di più trasportare un container dalla Spezia a Milano che da Shanghai alla Spezia. Questo dipende anche da un eccesso di stiva, da un eccesso di offerta, ma anche dai traffici. Aggiungiamo anche il fatto che l’economia cinese cresce ma a un ritmo inferiore a quello di qualche anno fa».
E per quanto riguarda La Spezia, come è la situazione?
«Alla Spezia c’è una contrapposizione forte tra il presidente dell’Autorità portuale e il sindaco e si teme che questo comporti un rallentamento del piano regolatore portuale. Il clima di conflittualità tra le istituzioni non aiuta. Noi vorremmo che le istituzioni collaborassero. E poi c’è il tema dei temi, la riforma delle Autorità portuali, l’istituzione delle Autorità di sistema con l’accorpamento con Marina di Carrara, l’incognita che riguarda la riconferma di Forcieri o la nomina di un nuovo presidente. Questo determina un clima di incertezza, che si aggiunge al disagio provocato dalla contrapposizione tra istituzioni. Tutti sono in attesa. Ma c’è anche la consapevolezza della forza della nostra comunità portuale, la forza del porto la fanno le imprese e i lavoratori».