Mercoledì Marco Castagna, presidente di Amiu, sarà a Roma a caccia di contributi. Quello che vorrebbero soprattutto le rappresentanze genovesi di Ascom, Coldiretti, Cna, Confartigianato e Confesercenti (che temono un ulteriore incremento della Tari, visti i costi esorbitanti del trasporto e dello stoccaggio fuori regione), ma anche il Comune di Genova, che – ha detto l’assessore all’Ambiente Italo Porcile – più volte ha chiesto alla Regione di farsi portavoce del “caso Scarpino”, e la stessa opposizione in Regione, con Alice Salvatore del Movimento Cinque Stelle che ha annunciato una sollecitazione in tempi brevi attraverso gli strumenti consentiti in consiglio regionale, sarebbe il riconoscimento di Scarpino come emergenza nazionale. «La bonifica – sottolinea Massimo Giacchetta presidente di Cna Genova – deve essere posta all’attenzione nazionale, come un problema anche di Protezione civile e non scaricata su cittadini e aziende; non parliamo di situazioni come la terra dei fuochi, ma sicuramente in passato sono stati sotterrati anche rifiuti in modo non appropriato». Il problema è che, finché non arriverà nessun atto ufficiale a dichiarare lo stato di emergenza del sito, tutte queste parole non avranno seguito concreto.
Intanto domani Amiu presenterà a Porcile il nuovo piano della raccolta differenziata, che, ha spiegato Castagna «comporterà anche un’evoluzione dell’azienda stessa da un’impresa di servizi a impresa industriale nell’ottica di quell’economia circolare che renderà effettivamente i rifiuti una risorsa».
«In dieci giorni il piano, realizzato insieme a Conai – spiega Castagna – avrà la sua veste definitiva. Saremo la prima città in Italia che avrà come obiettivo il recupero dei materiali e ciò aprirà un’opportunità per il sistema produttivo, creando una nuova economia, considerando che in Liguria non ci sono imprese legate a questo ambito». L’appello di Castagna è chiaro: «Chiediamo una forte coesione in una situazione che purtroppo non si risolverà in tempo breve, ma che rappresenta la base per far diventare Genova un caso nazionale. La speranza è che in futuro si parli della nostra città come oggi si parla del modello Capannori».