È ancora scontro nel Pd genovese e ligure: Raffaella Paita, capogruppo in Regione, ha dichiarato che a Genova non si può prescindere dalle primarie anche nel caso che Marco Doria, sindaco uscente, intenda ricandidarsi. Il segretario provinciale genovese Alessandro Terrile ha risposto con un’intervista al Secolo XIX in cui invita la compagna di partito, spezzina, a occuparsi del gruppo regionale e della realtà spezzina. Secondo Terrile, non ha senso parlare adesso delle primarie per elezioni che si terranno nel 2017. Nella polemica è ora intervenuto, con una nota stampa, Simone Regazzoni, ex portavoce di Paita alle elezioni regionali e commissione regionale di garanzia Pd. «Le dichiarazioni di Raffaela Paita in merito alla necessità, per Genova, di avere un sindaco che sblocchi il territorio e abbia capacità di decidere − sostiene Regazzoni − sono salutari e necessarie per la nostra città».
«Doria − si legge ancora nel comunicato − è un candidato debole, se si ricandida servono primarie. La reazione scomposta e surreale del segretario Alessandro Terrile, con considerazioni su Genova e La Spezia buone per una geopolitica medievale, è il sintomo di un vuoto di elaborazione politica che in questi mesi, a Genova, si è fatto sentire in modo pesante e la conferma di un fatto: se siamo al punto in cui siamo, a Genova, è anche per responsabilità di chi ha gestito, male, il rapporto tra Pd e sindaco».
Secondo Regazzoni, «se qualcuno oggi pensa di giocare ancora una volta in difesa blindando Doria sbaglia. Non c’è più niente da blindare nelle segrete stanze del partito. La blindatura non ha nulla a che fare con la buona politica: odora di polvere, muffa e sconfitte. È tempo di aprire porte e finestre nel Pd genovese. Di cambiare aria. Si apra entro l’estate una seria discussione politica sull’operato di Doria che coinvolga anche i circoli. Si chieda a Doria cosa vuole fare da grande: e Doria, di grazia, risponda. Se poi c’è qualcuno che lo vuole sostenere, bene: abbia il coraggio di metterci la faccia».
«Le elezioni a Genova − dichiara Terrile a Liguria Business Journal − si terranno nel 2017. Non ha senso discuterne adesso, non possiamo essere in campagna elettorale permanente. E poi, se fare o non fare le primarie lo deciderà, sì, il Pd genovese ma anche in relazione al quadro politico e agli alleati. Decidere ora vuol dire andare da soli, e questo è stato l’errore più grave commesso alle regionali. Con un assetto di fatto tripolare e una sinistra organizzata andate da soli significa non essere competitivi».