I centri per l’impiego del territorio metropolitano di Genova passeranno da sei a quattro, con il trasferimento in via Muratori a Villa Bombrini anche i due centri in Val Polcevera e nel Ponente. 98 i dipendenti totali (erano 120). Secondo il consigliere delegato Adolfo Olcese, in risposta all’interpellanza in consiglio metropolitano di Gian Piero Pastorino, Laura Repetto e Giovanni Collorado che chiedeva “di impedire lo smantellamento dei centri per l’impiego del Ponente e della Val Polcevera”, la riorganizzazione «fornirà un miglior servizio, evitando spese per sedi che non sono efficienti per la loro funzionalità con un risparmio di 238 mila euro annui».
Il documento illustrato da Pastorino definisce “un’involuzione e uno svilimento delle prestazioni offerte la chiusura” e una “ennesima penalizzazione dell’entroterra e della periferia dell’estremo ponente” perché il centro a Villa Bombrini dovrà servire “un’utenza distribuita da Cogoleto all’entroterra, dalla Valle Stura alla Valle Scrivia e alla Valpolcevera.” Laura Repetto ha proposto “possibili presenze cadenzate del personale dei centri per l’impiego in strutture del territorio messe a disposizione dai Comuni” e Giovanni Collorado che anche le strutture attuali a Teglia e Pra-Voltri restino presidiate “magari limitatamente a qualche giorno nella settimana”.
Nell’interpellanza si legge anche che Villa Sauli Podestà, sede del centro per l’impiego del Ponente “è stata ristrutturata nel 2014 con contributi della Provincia, della Regione e dell’Unione Europea per ospitare il centro per l’impiego e il centro servizi del parco del basilico. Tenuto conto che quest’ultimo non è mai stato attivato, c’è il rischio di lasciare l’edificio a un futuro di abbandono, come è avvenuto per Villa Podestà”. Per Alfonso Gioia, «sulla razionalizzazione dei centri per l’impiego cui la Città metropolitana è costretta, si è sollevato anche un inutile polverone dicendo anche inesattezze. La Città metropolitana ha intenzione di valorizzare la villa storica con il parco del basilico, per il quale ha ricevuto anche un contributo di 720 mila euro dall’Unione Europea che altrimenti dovrebbe restituire. La sede del centro per l’impiego in Valpolcevera potrà invece soddisfare le esigenze del liceo Fermi, in sofferenza di spazi didattici».