L’omaggio dello store torinese di Eataly per la festa della donna si trasforma in un boomerang. Niente fronde di mimosa italiana, ma primule in vaso grazie a un’iniziativa in partenariato con Syngenta, multinazionale svizzera, gigante dell’agroindustria.
Ad accendere la polemica è il Distretto florovivaistico della Liguria, che tira le orecchie al colosso fondato da Oscar Farinetti: «Eataly ha toppato» – attacca il presidente del Distretto ligure Luca De Michelis. Motivo? «L’ampio spot sulla carta stampata per la sede Eataly di Torino Lingotto pubblicizza l’omaggio in fiori per la festa della donna. Si tratta forse di mimosa, prodotto 100 % italiano, tra l’altro storicamente legato alla lotta per la parità tra i sessi e proposta ovvia per una realtà attenta alle tradizioni italiane? Si tratta forse di prodotti equosolidali? Si tratta per lo meno di fiori tipici italiani, coltivati in uno dei tanti distretti florovivaistici sparsi tra Liguria, Veneto e Sicilia che vantano una ultracentenaria storia agricola ed umana? Purtroppo no. Sono infatti prodotti a marchio Syngenta, multinazionale agroindustriale svizzera dal prestigio e dalla forza economica indubbia, ma che è quanto di più lontano dalla filosofia della tipicità, della filiera corta e del “buono, pulito e giusto” che Eataly stessa pone alla base della sua strategia commerciale. L’Italia ha una grande tradizione agricola, anche in campo florovivaistico. Se Eataly o altri hanno bisogno di conoscerla meglio siamo a disposizione».
Una polemica che fa leva sulla tipicità del fiore tricolore, prima ancora del luogo dove il fiore viene fisicamente prodotto. La primula, secondo il Distretto florovivaistico, non rappresenta la floricoltura italiana. Ben diverso il caso della mimosa, fronda fiorita che proviene al 90% dalle colline della Riviera dei Fiori, raccolta a mano e tra le colture floricole meno impattanti. «Ma ci sono tante altre tipicità italiane, non solo liguri – conclude De Michelis – che una catena come Eataly potrebbe forse valorizzare meglio».