Genovesi alla conquista della Luna o di Marte? Potrebbe sembrare la trama di un improbabile romanzo di fantascienza, e invece è quello che, in un certo senso, sta accadendo veramente nell’ambito della missione Iriss condotta dall’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea.
Tra il 2 ed il 12 settembre scorso l’astronauta danese Andreas Mogensen ha eseguito numerosi esperimenti a bordo della stazione spaziale internazionale tra cui, per la prima volta, il controllo in tele-operazone di una squadra di rover sulla superficie lunare. Un contributo decisivo al buon esito della missione è stato dato dal team dell’ingegnere Andrea Biggio, 31 anni, originario di Chiavari e oggi residente a Torino, che ne ha curato progettazione, sviluppo, testing e supporto.
È proprio la squadra di giovani ricercatori italiani, costruita e coordinata da Biggio all’interno di Thales Alenia Space, joint venture tra Thales (67%) e Finmeccanica (33%), ad aver realizzato il sistema di controllo Elios (Eurobot fLIght cOntrol Station), sfruttando le tecnologie e i protocolli di comunicazione che, in futuro, permetteranno di interconnettere i centri di controllo sulla Terra con i robot e le stazioni orbitanti attorno al nostro pianeta, alla Luna e agli altri avamposti del Sistema solare, Marte incluso.
«Tutto il nostro lavoro – spiega l’ingegnere genovese – vuole dimostrare l’applicabilità della tecnologia in scenari sempre più realistici, realizzati nell’ambito dell’ambizioso progetto Meteron (Multi-Purpose End-To-End Robotic Operation Network), guidato dall’Esa e sotto l’osservazione della Nasa». Prossimo appuntamento, nei prossimi mesi, sarà l’esperimento dell’astronauta inglese Timothy Peake, che utilizzerà una versione migliorata di Elios. «Grazie a questo aggiornamento del nostro sistema di controllo – dice Biggio – l’astronauta potrà eseguire non solo il monitoraggio, ma anche la manutenzione e l’assemblaggio di un avamposto che oggi si trova ancora sulla Terra ma che, in futuro, potrebbe essere inviato sulla Luna o su Marte».
«La mia passione per lo spazio è iniziata da giovanissimo grazie a mio padre e a una buona dose di immaginazione, ma si è concretizzata grazie all’Istituto Superiore di Studi in Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (Isict) dell’Università di Genova – racconta Biggio – In particolare il corso di Missioni interplanetarie mi ha fatto conoscere le eccellenze italiane nel settore dello spazio. Nel corso degli anni ho avuto l’opportunità di costruire un laboratorio in Thales Alenia Space e formare dei giovani ricercatori, connubio indispensabile per creare un team vincente».
«I risultati dei laureati Isict ci rendono orgogliosi e dimostrano che il nostro istituto seleziona e forma dei professionisti di alto valore – commenta Matteo Aragone, presidente di Alumni Isict – Da oltre un anno monitoriamo i percorsi dei nostri laureati, molti dei quali hanno deciso affrontare una esperienza all’estero (43%), mentre altri restano a Genova e in Italia, accomunati però dagli ottimi risultati raggiunti nel corso della loro carriera a dispetto della giovane età».
Secondo Aragone, «Un altro aspetto da sottolineare è la diversità dei profili dei laureati Isict: imprenditori, ricercatori, manager, professionisti, il mondo dell’innovazione ha necessità di figure poliedriche capaci di confrontarsi con gli altri settori. Isict, grazie anche all’apporto dell’Istituto di Studi Superiori dell’Università di Genova (Issuge), gioca e saprà sempre più giocare un ruolo primario nella formazione di innovatori capaci di cambiare il mondo come lo vediamo oggi».