«Nel prossimo incontro al ministero dello Sviluppo economico, la Regione Liguria è pronta a dialogare con il governo per trovare una soluzione duratura per lo stabilimento Ilva di Genova nel pieno rispetto dell’Accordo di Programma sottoscritto a suo tempo da tutti i rappresentanti delle istituzioni locali e dall’esecutivo». Lo dichiara il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, dopo la protesta scattata questa mattina da parte dei lavoratori della Fiom con blocchi stradali nel Ponente genovese.
«La Regione è pronta a fare la propria parte come già ha dimostrato in precedenza – aggiunge l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Edoardo Rixi – avevamo presentato al governo già a dicembre una soluzione articolata che offriva garanzie fino al 2018 ai lavoratori, ma il governo e il Pd sono andati avanti per la loro strada. Eravamo pronti con la Società per Cornigliano a farci carico dei flussi di cassa del governo e a stabilizzare per due anni la situazione. Al comitato di sorveglianza pensiamo debba essere presente un rappresentante del governo per dare sicurezza e certezza a tutti, dagli enti locali ai lavoratori».
Se le istituzioni avessero collaborato meglio, sostengono Toti e Rixi, «oggi probabilmente avremmo una situazione di maggior sicurezza per tutti. Intanto aspettiamo di sapere dal governo qualcosa di più a partire dal piano industriale. Auspichiamo che, alla chiusura della manifestazione di interesse il prossimo 10 febbraio, si presentino degli acquirenti in grado di fornire un piano industriale serio. In questo quadro, pertanto, comprendiamo le preoccupazioni dei lavoratori ma li invitiamo, in un momento così delicato per l’azienda, a mantenere un atteggiamento prudente e responsabile».
Il Pd di Genova, attraverso il segretario Alessandro Terrile, dichiara: «Comprendiamo le preoccupazioni dei lavoratori sul futuro industriale del gruppo siderurgico e in particolare dello stabilimento genovese. Già in sede di conversione del decreto Ilva i nostri parlamentari hanno posto con un ordine del giorno della Camera dei Deputati l’impegno al governo affinché attraverso un confronto tra i sottoscrittori dell’accordo di programma sia assicurata, anche in caso di vendita, la tutela dei livelli occupazionali, e siano garantiti gli investimenti necessari per le linee di zincatura e banda stagnata. Siamo certi che l’incontro del 4 febbraio al ministero dello Sviluppo economico, sarà l’occasione per affrontare politicamente il tema dello sviluppo industriale e occupazionale, anche in relazione alla possibile cessione del gruppo. Auspichiamo che in previsione dell’incontro prevalga tra azienda, istituzioni e sindacati un clima di confronto e responsabilità nell’interesse degli obiettivi comuni a tutta la città.
«Il governo si assuma le sue responsabilità e annunci al più presto la presenza del ministro Guidi il 4 febbraio quando si discuterà del futuro di Ilva», dichiara il deputato genovese di Sel Stefano Quaranta.
«I lavoratori reclamano giustamente di interloquire con il governo e non con un tecnico. Nel 2005 il governo insieme ad amministratori locali e ai sindacati ha firmato un accordo di programma dove si impegnava a fronte della chiusura degli impianti a caldo e di 400 mila metri quadri di aree restituite alla città, a mantenere occupazione e reddito».
«Comprendo le preoccupazioni dei lavoratori e condivido la necessità di una risposta politica all’incontro – sostiene Mario Tullo, deputato Pd, questa necessità era tra gli impegni che ho chiesto al governo con un Odg in sede di approvazione del decreto Ilva: tenere insieme la tutela dei livelli occupazionali con quelli produttivi è sempre stata e rimane una nostra priorità e come tale sarà sempre al centro della nostra attività parlamentare sul tema».
Duro il Movimento Cinque Stelle: «L’avevamo detto in tempi non sospetti, quando il Pd gridava alla vittoria con l’emendamento Basso che, in realtà, allungava solo l’agonia dei lavoratori Ilva e non rispettava l’accordo di programma. Quello di oggi è l’unico epilogo possibile quando la vecchia politica tradisce i propri cittadini, promettendo lavoro e continuità di reddito e restituendo tagli di stipendio e regali ai privati». Per i Cinque Stelle né il governo centrale, né tantomeno le amministrazioni locali hanno dimostrato di essere in grado o di avere la volontà politica di dare un
futuro ai lavoratori Ilva. Nel bando di vendita, fanno notare Alice Salvatore e Marco De Ferrari, si fa riferimento genericamente ad “adeguati livelli occupazionali”, senza garantire la totalità degli occupati, ma solo quelli necessari all’esigenze dell’azienda.