Lo Stato intervenga nel caso Ilva, per attuare gli interventi di ambientalizzazione dello stabilimento di Taranto, in seguito alla sentenza delle autorità svizzere che hanno negato il rientro in Italia di 1,2 milioni di euro della famiglia Riva, sequestrati dalla magistratura italiana. Lo ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco.
«Se guardiamo fuori dall’Italia, ad esempio in Francia o in altre nazioni – ha spiegato l’arcivescovo di Genova – è evidente che i governi e gli Stati sono particolarmente attenti e intervengono in prima persona pur di salvaguardare le proprie aziende e le proprie eccellenze. È indubbio che le acciaierie italiane, così come ci dicono gli esperti, sono tra le migliori se non le migliori a livello europeo. Bisognerebbe quindi che questa attenzione operativa e in prima persona” dello Stato osse presente maggiormente anche in Italia».
Il cardinale ha poi ricordato di avere sempre auspicato «che ci fosse una particolare attenzione sulle
aziende attraverso un piano industriale chiaro, distinto, organico, centrale che avesse presente almeno due caratteristiche: la prima è quella di trovare nuovi mercati di cui non si può fare a meno e la seconda è quella di mantenere la testa direttiva, la proprietà nel nostro paese in modo che non sia possibile, come invece purtroppo sembra stia accadendo, che poi, negli anni, le aziende vengono portate via».