«L’obiettivo è far partire già nel 2016 un primo percorso di trasformazione». Così il sindaco di Genova Marco Doria sul Blueprint, e aggiunge: «Confido in tempi rapidi per l’accordo di programma con Autorità portuale e Regione Liguria e le fasi successive. Il Blueprint è sicuramente tra le nostre priorità: il Comune aveva già deciso un intervento nelle aree ex fieristiche con la delibera di luglio 2014 per poter riutilizzare spazi morti ma che rappresentano per noi un enorme patrimonio». Previste quindi le gare tra progetti architettonici ed economici: Genova attrae, ma Doria non si sbottona e parla di un generico «interesse per il Blueprint», riferendosi per ora a «significativi soggetti italiani». Per ora nulla di concreto dall’estero, anche se il nome Renzo Piano attrae.
E nulla di concreto anche di fatto, come sottolinea più volte il sindaco: «Non esiste un progetto concreto», afferma. E aggiunge: «Se venisse presentato un progetto di darsena coperta compatibile con il Blueprint, lo porterò volentieri all’attenzione della città. Se si parlasse di qualcosa di alternativo, valuteremo insieme all’architetto Piano. In ogni caso le linee guida delle funzioni ammesse sono quelle della delibera di luglio 2014». E di certo, non si potrà far leva su fondi pubblici, almeno sugli spazi a terra, ma solo su finanziamenti di soggetti privati.
Per ciò che riguarda invece gli specchi d’acqua, la competenza sarà dell’Autorità portuale e precisa: «I circoli della nautica hanno una concessione che scade il 31 dicembre 2015: a questa scadenza l’Autorità ha precisato che non seguirà un rinnovo a lunga scadenza, incompatibile con il radicamento delle riparazioni navali a Genova e con lo stesso Blueprint. Non significa che i circoli verranno cacciati, ma nonostante ciò queste realtà hanno presentato ricorso pretendendo il rinnovo automatico della concessione e mettendosi sullo stesso piano delle strutture ricettive-turistiche sulla base della Bolkestein».