Sono passate ieri sera in consiglio regionale due mozioni contro la diffusione di teorie gender nelle scuole, una del capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Rosso e di Alessandro Puggioni della Lega Nord, l’altra del capogruppo di Forza Italia Angelo Vacarezza e di Andrea Costa di Ncd – Area Popolare
«Con questo documento – spiega Rosso – abbiamo voluto mettere al riparo i bambini e le loro famiglie dal rischio che in tutte le scuole della Liguria, di ogni ordine e grado, potessero essere introdotte lezioni sulle teorie gender, alle spalle e senza il coinvolgimento delle associazioni delle famiglie, come avvenuto in altre regioni per esempio in Friuli, e quindi perpetrando quello che riteniamo essere un vero e proprio inganno. Sappiamo che a livello nazionale, sono in corso attività parlamentari concentrate su disegni di legge che mirano a decostituire il modello della famiglia naturale e a limitare la libertà di opinione sulle delicate tematiche dei matrimoni e delle adozioni da parte delle coppie dello stesso sesso: il ddl Fedeli per l’introduzione dell’educazione sessuale come materia curriculare, il ddl Scalfarotto sul concetto di omofobia, il ddl Cirinnà sull’introduzione dell’adozione dei figli a partner dello stesso sesso. Tutte norme che, apparentemente fondate sul nobile intento del principio di uguaglianza, possono avere effetti negativi sull’educazione dei più giovani se condotte da insegnanti o educatori ideologicamente impostati. Un risvolto questo che più volte è stato sollevato da associazioni delle famiglie che hanno portato all’attenzione del ministro Giannini la problematica.
«Nella nostra regione – conclude Rosso – la precedente giunta, aveva investito 900 mila euro di fondi regionali sul tema delle pari opportunità e in progetti nelle scuole in cui sono state coinvolte le associazioni per la tutela di persone con diverso orientamento sessuale, ma mai le associazioni familiari».