Con 14 voti favorevoli e un contrario (Franco Senarega, consigliere del Comune di Recco), il consiglio della Città metropolitana di Genova ha recepito la decisione dei sindaci dell’Ato Acqua di collocare il depuratore del Tigullio dell’area di Levante nella colmata di Chiavari.
Lo strascico politico è però rilevante: l’assenza del consigliere Roberto Levaggi, che di Chiavari è sindaco, è il preludio delle dimissioni (assente anche Carlo Bagnasco, sindaco di Rapallo).
In realtà la mancata approvazione del luogo del depuratore avrebbe innescato una serie di problemi che sarebbero andati a toccare le tasche dei cittadini del Tigullio: sono circa 210 mila le persone che abitano i territori tra Chiavari e il confine con la provincia della Spezia, che non sono servite da un depuratore. Chiavari ne ha uno che risale agli anni Settanta e in pochi anni avrebbe dovuto essere sottoposto a un intervento di revamping perché non più idoneo.
Il sindaco Marco Doria è stato chiaro: «La Regione ci ha richiamato formalmente a esercitare i nostri compiti dandoci la dead line del mese di settembre. Noi abbiamo avviato da mesi un percorso per individuare le aree adatte. La proposta iniziale di una colmata da realizzare a Lavagna è stata scartata perché sarebbero serviti 8 milioni non recuperabili in tariffa per crearla, per di più in una zona esondabile e anche le altre ipotesi sono state eliminate per questioni tecnico-economiche». Sul sito dell’Ato sono stati inserite tutte le valutazioni tecniche.
Con la realizzazione del nuovo depuratore si libererebbero le aree di quello vecchio in zona Preli, spiega Doria, che fa anche l’esempio del depuratore della Darsena di Genova come paragone: «Serve 200 mila abitanti e coesiste con l’istituto Nautico, il Museo del mare, la facoltà di Economia, un parcheggio, case e sedi di aziende, quello che verrà costruito sarà ancora più all’avanguardia».
Il consigliere Antonino Oliveri sottolinea anche che l’Ue considera anche i tempi di risoluzione del problema in caso di infrazione e che mai come in questo caso il percorso è stato trasparente e corretto: «Quella di Chiavari era l’unica proposta credibile sul tappeto per costi e condizioni di fattibilità. Inoltre la Regione ci ha chiesto di definire un cronoprogramma di progettazione e di realizzazione dell’impianto entro la fine dell’autunno. Questo è un problema di tutela dell’ambiente ma anche di sviluppo. Avere un mare pulito è essenziale. Ormai occorre ragionare come area vasta e ha fatto bene il sindaco Ghio di Sestri Levante a farsi avanti per mettere a disposizione l’area per il biodigestore dei rifiuti».