Respinta dal consiglio di amministrazione di Banca Carige l’offerta presentata da Banca Finnat spa per l’acquisizione del 100% del capitale sociale della Cesare Ponti spa. Il cda del gruppo bancario ligure, valutata anche l’importanza di valorizzare l’attività nel private banking usufruendo del marchio Banca Cesare Ponti, ha deliberato di non considerare più la Cesare Ponti tra gli asset in vendita.
Prosegue invece la trattativa con Apollo per la cessione della società di credito al consumo Creditis Servizi Finanziari spa.
La decisione di vendere la Ponti era stata presa dopo l’esito negativo degli stress test eseguiti dalla Bce su Banca Carige. Francoforte aveva richiesto alla banca ligure un rafforzamento patrimoniale di oltre 800 milioni, a Genova si era allora deciso di fare ricorso alla dismissione delle compagnie assicurative, della Ponti e di Credits e all’immissione di denaro fresco. La Ponti, messa in vendita in un momento in cui gli istituti di credito avevano bisogno di aumentare la redditività, ridurre il rischio e rivedere il loro modello distributivo, aveva riscosso l’ interesse del mercato. Alla Carige erano arrivate due offerte, del Banco Popolare e di Finnat, che poi era rimasta sola in gara.
L’esito positivo della vendita di nuove azioni, conclusa con un aumento di capitale sugli 850 milioni di euro, e il cambio del socio di riferimento, non più Fondazione Carige ma la famiglia Malcalza, hanno indotto il board di Banca Carige a modificare la strategia.
Intanto, secondo ambienti fianziari milanesi in Banca Carige si starebbe profilando un patto parasociale sottoscritto da alcuni azionisti minori