Un’attività di restauro a sei mani, nata nel 2000 di fronte alla cattedrale di San Lorenzo a Genova, oggi nel cuore di Albaro: è il Laboratorio di restauro Scuole Pie di Genova, dove tre restauratrici, Aurelia Costa, Emanuela Spera e Francesca Ventre, recuperano da quindici anni opere d’arte di grande valore storico e artistico per la città e la regione, facendo leva sempre più spesso su finanziamenti privati e sempre meno su risorse pubbliche.
A oggi sono due i lavori più importanti su cui stanno lavorando le tre restauratrici: si tratta di due opere di fine Ottocento del genovese Nicolò Barabino. Due bozzetti provenienti dalla Raccolta Frugone e dalla Galleria d’Arte moderna del Polo Museale di Nervi: «Il primo bozzetto, a carattere sacro – descrive Costa – ha preceduto la realizzazione della pala d’altare presente nella chiesa dell’Immacolata di via Assarotti. L’intervento, finanziato dalla Soprintendenza, prevede principalmente un recupero su micro sollevamenti degli strati pittorici della tela. Abbiamo anche risanato con magneti delle piccole deformazioni sul retro».
Il secondo bozzetto, che descrive un momento della Divina Commedia, cioè l’incontro tra Dante e Matilde di Canossa, ha preceduto la realizzazione di un affresco oggi visibile negli spazi occupati dalla Galleria Giglio Bagnara, in via Roma: «Su questa tela occorre intervenire su un’estesa crettatura, cioè spaccatura del colore – dice Spera – che occupa soprattutto la parte alta del bozzetto. In questo caso l’intervento è stato finanziato dal Rotary Golf Club di Genova, così come la cornice dorata che circonda il bozzetto».
Su entrambi i bozzetti si lavora in particolari condizioni di temperatura e umidificazione, adatte alla conservazione delle opere e create artificialmente in un’apposita camera climatizzata.
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