Tre fasi operative (attenzione-preallarme-allarme), mantenimento del Centro operativo comunale (ma riduzione dei suoi componenti da nove a sei) e delle Unità di crisi municipali, adozione delle tre nuove tipologie di allerta (gialla-arancione-rossa). Queste le principali tracce su cui si delinea il nuovo Piano comunale di emergenza con il quale il Comune di Genova si prepara ad affrontare il prossimo autunno.
Previsto dalla normativa nazionale e regionale e integrato con le ordinanze recepite dal Comune, il Piano garantirà una certa autonomia di azione, indipendentemente dall’emanazione degli stati di allerta da parte della Regione Liguria: «Per quanto possibile, soprattutto se le condizioni meteo lo permetteranno, cercheremo di accelerare le operazioni sul territorio di competenza, sia in fase di allerta, sia durante il verificarsi dell’evento», spiega l’assessore ai Lavori pubblici Giovanni Crivello.
In base alla revisione del piano, gli interventi di prevenzione e gestione dell’emergenza del Comune sono suddivisi in base a tre fasi operative: attenzione, preallarme e allarme, così come previsto dalla normativa regionale. «Si entra nella fase di preallarme con lo scattare dell’allerta arancione», precisa Crivello. Che corrisponderebbe alla “vecchia” allerta 1: «Il Piano recepisce già il nuovo sistema di allerta, che entrerà in vigore a breve: si passerà da due a tre tipi di allerta, con i numeri sostituiti dai colori giallo, arancione e rosso. L’arancione corrisponde all’allerta 1, mentre il rosso all’allerta 2». Colori sinonimo di pericolosità, a differenza del giallo che scatterà invece in caso di forti temporali. Ma anche per questa eventualità il Comune si attiverà con quattro pattuglie che monitoreranno le zone più critiche della città.
Secondo il nuovo piano, il sistema comunale di Protezione civile, che vede il sindaco di Genova in prima linea tra le autorità, prevede il mantenimento del Coc, Centro operativo comunale, a supporto del primo cittadino nella direzione e nel coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza. Ma i membri del Coc da nove passeranno a sei «per garantire più efficienza e snellezza decisionale», spiega Crivello. Invariate invece le Ucm, Unità di crisi municipali, dislocate nei nove municipi cittadini. Pronte a intervenire in caso di necessità anche le aziende comunali Amt, Amiu e Aster.
Il modello operativo (contenuto in un manuale che dovrà essere approvato dalla giunta) prevede una serie di step sia in fase previsionale, sia durante il verificarsi dell’evento, per il quale si prevede sia un monitoraggio con strumenti tecnologici, sia un presidio sul posto svolto da autorità competenti e volontari. Tra le principali azioni di prevenzione, quella rivolta ai cittadini resta invariata rispetto agli anni scorsi: la comunicazione di massa continuerà a essere effettuata tramite sms, social network, chiamate vocali massive, pannelli a messaggio variabile, sito internet e comunicati stampa. Si prevede, ma difficilmente già per quest’anno, l’adozione di un’app: «La stiamo studiando – commenta Crivello – insieme ad altri strumenti di comunicazione che vorremmo potenziare per il futuro».
Sul territorio lo schema operativo prevede invece un presidio territoriale meteo-idrogeologico, svolto da pattuglie di Polizia municipale e da squadre di volontariato, in grado di coprire fino a 20 itinerari cittadini a seconda delle necessità. A ciò si aggiungono altre azioni di mitigazione del rischio, come la chiusura di alcune strade o delle scuole (in caso di allerta rossa). Verranno attivati anche servizi di pronto intervento da parte delle aziende comunali e del volontariato di protezione civile. Previste dal piano anche tutte le attività post evento (dal coordinamento degli interventi in caso di danni a persone e cose al censimento dei danni stessi).
Previsti nel piano anche tutte le azioni da mettere in campo in tutti i tipi di rischio: dalla neve, alle ondate di caldo, fino al caso di terremoto.