Ance Genova, l’associazione nazionale dei costruttori edili, lancia un grido d’allarme: la presenza di una normativa incongrua, rigidamente applicata, e gli sproporzionati e poco chiari adempimenti posti a carico delle aziende edili per l’analisi dei materiali di risulta, stanno creando scompiglio e preoccupazione tra le imprese del settore. Con la chiusura di Scarpino e la protesta dei Magazzini edili, piccoli spazi messi a disposizione dai commercianti, che non accettano più materiale per protestare contro l’eccessiva burocrazia, Genova è rimasta senza un luogo dove chi lavora nell’edilizia può portare ciò che demolisce.
«Per portare a discarica quattro cuffe di piastrelle prodotte per demolire una cucina – afferma Filippo Delle Piane, presidente di Ance Genova – ci vengono imposti tanti e tali oneri paragonabili a quelli che occorrerebbero qualora si procedesse alla bonifica di un sito contaminato».
Al problema dell’applicazione della normativa se ne aggiungono altri: da un lato, quello, a carico anche della committenza, riguardante la mancanza di discariche ricettive, carenza, di fatto, ormai cronica e insostenibile per la Liguria; dall’altro, quello della sospensione del servizio di raccolta dei detriti da parte dei rivenditori edili arresisi alle difficoltà di ottemperare alla mole di disposizioni in materia. «Questa “serrata” da parte dei commercianti penalizza ulteriormente le aziende del nostro comparto. La situazione appare quanto mai critica ripercuotendosi su tutta la filiera dell’edilizia, già messa in ginocchio dalla crisi economica, con l’inevitabile rischio di blocco dei piccoli e piccolissimi cantieri edili».
Non mancano anche risvolti sul piano della tutela ambientale: è concreto, secondo Ance, il rischio che aziende spregiudicate bypassino le regole e abbandonino i detriti dove capita, con il paradosso che le imprese associate, rispettose delle norme, subiscano un ulteriore danno per la concorrenza sleale da parte di chi quelle norme elude.
«Occorre urgentemente un intervento risolutivo e immediato della questione – sostiene il presidente di Ance Genova – da parte delle Istituzioni competenti, quindi Regione Liguria e Città Metropolitana, alle quali ci rivolgiamo per chiedere la fissazione di un incontro anche in vista dell’entrata in vigore, il 1° giugno, della nuova normativa di riferimento sulla classificazione dei rifiuti. Siamo consapevoli che regioni come il Piemonte abbiano spazi più ampi per la creazione di discariche, ma non possiamo andare avanti così».