Il Comune di Sestri Levante ha tagliato la spesa corrente per 241 mila euro nel 2014, ma è debitore dello Stato per il fondo di solidarietà. Nonostante la condotta virtuosa senza ridurre i servizi al cittadino, il sindaco Valentina Ghio e l’assessore al Bilancio Pietro Gianelli, lanciano un appello: «I comportamenti virtuosi degli enti locali continuano a non essere premiati dallo Stato. Soltanto la settimana scorsa il ministero dell’Interno ha pubblicato i dati sul fondo di solidarietà per il 2015, indispensabile ai Comuni per costruire i nuovi bilanci. I trasferimenti statali sono stati ormai azzerati e la “perequazione”, cioè gli aiuti ai territori più poveri dal punto di vista fiscale, è garantita dai Comuni ritenuti più ricchi».
Ogni Comune trasferisce al “fondo di solidarietà comunale” il 38,23% dell’Imu determinata dall’aliquota standard e conseguentemente viene creato un fondo di 4,7 miliardi. Di questi 4,3 miliardi sono destinati ai Comuni e circa 400 milioni
allo Stato.
Da quest’anno 767 Comuni, cioè più del 13% dei Comuni italiani, fra cui di Sestri Levante, hanno un fondo di solidarietà negativo, cioè son passati da “creditori” a “debitori” nei confronti dello Stato (-651.905). «Purtroppo, a causa di questi ulteriori tagli e tenuto conto che la spesa corrente dei Comuni risulta pressoché incomprimibile perché già ridotta all’osso, si profila ancora una volta il rischio di una riduzione di servizi per quei Comuni che non hanno più margini di manovra o che ritengono insostenibile un aggiuntivo carico fiscale alla cittadinanza», dice il sindaco.
Il Comune di Sestri Levante perde rispetto allo scorso anno 940.662 euro, ma anche altri Comuni del comprensorio, Chiavari, Santa Margherita, Rapallo, Lavagna, lasciano sul terreno cifre cospicue . La stessa Corte dei Conti ha denunciato che agli enti locali è stato richiesto “uno sforzo di risanamento non proporzionato all’entità delle loro risorse”. Con questo scenario, la definizione dei bilanci di previsione 2015, che deve essere effettuata entro il 31 maggio, è ancora molto incerta. «Di certo rimane il fatto – sottolinea Ghio – che continua la tendenza dei governi centrali di risanare i bilanci statali gravando suo bilanci già ridotti al l’osso da anni dei Comuni e quindi dei cittadini, mettendo sulle spalle dei sindaci scelte difficili. Quest’anno poi il taglio arriva tardivo è più pesante degli ultimi anni, costringendo gli amministratori locali a modificare in via definitiva l’assetto di servizi alla città».