Tre anni e un mese per realizzare lo scolmatore del Fereggiano: tempi ridotti, rispetto ai 5 anni previsti, e 45 milioni di risorse per un’opera necessaria alla sicurezza della città di Genova. 25 provenienti dal Piano nazionale delle città, il finanziamento maggiore sugli oltre 400 progetti presentati al governo, 15 milioni dal Comune di Genova e 5 dalla Regione Liguria. La consegna del cantiere, prevista a giugno, è stata anticipata al 7 aprile.
Il progetto, affidato alla Pac spa, prevede il prolungamento dei 900 metri di galleria già esistente che, dallo sbocco di corso Italia, arriverà fino all’altezza di via Pinetti in zona Quezzi, per un totale di 3.700 metri di scavi. «Si tratta anche del recupero di un’incompiuta – spiega il sindaco di Genova Marco Doria – è importante essere riusciti non solo a recuperare un’opera già esistente e per cui è stato speso molto denaro, ma anche avere anticipato l’inizio dei lavori e diminuito la loro durata».
I lavori
L’attuale galleria (900 metri di lunghezza per 5 di diametro) che dallo sbocco di corso Italia arriva all’altezza di villa Cambiaso, sarà prolungata fino all’area sottostante il Monoblocco, per poi proseguire e terminare a Quezzi, all’altezza di via Pinetti. La galleria ultimata, il cui diametro resterà di 5 metri, potrà smaltire non solo la portata massima del Fereggiano in piena (111 metri cubi al secondo), ma a valle sarà in grado di scaricare anche le piene del Rio Rovare e Noce (la cui messa in sicurezza è compresa nel primo lotto), rispettivamente di 26 e 23 metri cubi al secondo. Lungo il percorso saranno anche realizzati 4 aerofori, tubi da 40 metri di lunghezza e 70 cm di diametro, necessari per eliminare il possibile fenomeno della “sovrapressione” in caso di piena.
Il cantiere, che lavorerà contestualmente a quello del Bisagno, inizierà dunque dallo sbocco a mare: «Le attività saranno circoscritte in una struttura prefabbricata – spiega Emilio Bianchi, direttore tecnico dei lavori – che conterrà l’impiantistica necessaria alle operazioni. I primi tre mesi prevedono una fase di logistica, durante la quale arriverà il materiale necessario via terra, mentre successivamente sia il materiale di scavo, sia quello da costruzione giungerà via mare». Al cantiere saranno operative fino a 150 persone e, se necessario, lavoreranno anche sette giorni su sette e 24 ore su 24. L’area dei lavori sorge sulla superficie demaniale in cui verranno smantellati bagni e campo di pallavolo: «Per questo la parte superiore dell’area prefabbricata – precisa Bianchi – che sarà protetta in caso di mareggiate, sarà attrezzata con un’area di svago, dove sarà presente anche un campo da pallavolo».
Secondo le previsioni, la metà del materiale di scavo (circa 70 mila metri cubi), se avrà le caratteristiche adatte, sarà utilizzata per il ripascimento delle spiagge di Voltri, Vesima e di corso Italia. Il rimanente sarà impiegato al molo di Vado Ligure.
Monitoraggio continuo
Oltre alla barriera anti-mareggiate, i lavori proseguiranno nei tre anni sotto sotto un attento monitoraggio. Sarà attivo un servizio di allarme via sms nel caso in cui si verifichi un minimo segnale di pericolo per le fondamenta degli edifici interessati. Inoltre, un sistema di pluviometri consentirà di sospendere preventivamente i lavori in caso di forti piogge ed eventuali allerte. Sarà possibile inoltre verificare il livello di avanzamento dei lavori in un Infopoint presente in corso Italia.