Quali sono i vantaggi delle reti d’impresa? Quali gli esempi di successo? Come si stanno evolvendo queste particolari forme associative? Sono alcune delle domande a cui è stata data risposta a Genova durante un evento organizzato da AssoretiPmi “I profili evolutivi delle reti d’impresa”.
In Liguria sono 215 le imprese che hanno firmato un contratto di rete (dati Infocamere al 1 febbraio 2015), ancora poco rispetto ad altre regioni.
«È necessario fare rete, unirsi anche tra concorrenti per acquisire vantaggi commerciali e migliorare i processi produttivi e le qualità dei prodotti» così riassume la necessità di costruire reti di impresa Massimo Tosetti, delegato regionale di Assoreti Pmi Liguria e fondatore di Evolgo! prima rete di impresa di carrozzieri in Italia.
«La rete è l’evoluzione del consorzio, anche quando si tratta di vedere quali misure occorre prendere in caso di recesso, esclusione e trasferimento dell’azienda», spiega l’avvocato Donato Nitti, delegato di Assoreti Pmi Toscana. L’ultima novità è arrivata con il decreto ministeriale di gennaio: «Esiste anche la formula “rete senza notaio” per le reti-contratto e le reti di imprese agricole», dice Nitti, un’ulteriore facilitazione per chi vuole condividere esperienze e idee. La rete inoltre può concorrere a bandi e gare pubbliche perché equiparata alle associazioni temporanee d’impresa o ai consorzi.
La trasformazione da consorzio a rete d’impresa è possibile. Lo hanno compiuto quelli della Consedil di Genova, come racconta Silverio Insogna, architetto e presidente della rete: «Siamo nati 25 anni fa. Imprenditori privati ma con la volontà di stare insieme». Consedil ha ideato i piani colore per via San Lorenzo, Sottoripa, Sampierdarena e Cornigliano, dando lavoro alla città e alle imprese consorziate. «Tuttavia nell’edilizia c’è stato un forte cambiamento negli ultimi anni, non era più possibile elaborare un progetto promozionale aspettando che qualcun altro lo facesse». Lo scioglimento del consorzio sembrava inevitabile, poi ecco l’opzione del contratto d’impresa e 27 aziende che ci credono: «In un settore come il nostro è veramente curioso – aggiunge Insogna – siamo rete-soggetto quindi con fondo patrimoniale, è stato abbastanza semplice andare avanti, abbiamo creato un organo comune, un regolamento interno, perché la parte etica è importante». La rete Consedil è nata un anno fa e vale 500 addetti. «Riusciamo ad avere il meglio per fare il singolo lavoro grazie all’opportunità del distacco». Il distacco è lecito per le aziende che fanno parte delle reti d’impresa: «Ma per le reti c’è anche la possibilità di operare in codatorialità – rivela Alessandro Sbenaglia, consulente del lavoro – una sorta di rafforzativo, potendo distaccare personale a più aziende, l’importante è che l’ingaggio sia con le regole stabilite dal contratto di rete». È prevista anche l’opzione dell’assunzione condivisa, ossia più datori di lavoro per un unico dipendente, ma per ora riguarda solo le reti costituite per il 50% da imprese agricole, «ma in ogni caso – puntualizza Sbenaglia – bisogna attendere i decreti attuativi».
«La rete fa crescere le imprese che ci sono dentro e viceversa – sostiene Insogna – non bisogna avere paura di portare lavoro dentro la rete e la rete non deve avere paura di distribuire lavoro. Noi per esempio ci siamo specializzati sull’efficientamento energetico grazie a questa struttura. Da sole le aziende non sarebbero andate da nessuna parte. Anche le banche si mostrano molto più interessate perché le garanzie sono esponenziali rispetto alla singola imprese. Quando ci siamo proposti alle amministrazioni condominiali Anaci si è mostrata subito interessata». L’impatto è notevole e arricchisce tutti: «All’interno della rete di Consedil c’è un’impresa che fa parte di Esco, e tutta la rete è quindi inserita nell’ambito di questa Energy Service Company».
Gian Carlo Berto di Evolgo è un altro pioniere sul territorio, la prima rete d’impresa genovese: «Abbiamo creato la rete delle carrozzerie, per un ligure aprire ad altri la conoscenza del proprio scagno non è semplice, è nel nostro dna. Però ci sono state una serie di condizioni di crisi del settore che hanno fatto saltare questa molla. È indispensabile essere concreti. La rete è uno strumento adatto a nostro progetto: essere più competitivi, aprendo la rete ad aziende che hanno diversa natura».