Novità in arrivo tra gli scaffali dei supermercati e nei punti vendita agroalimentari: tra pochi giorni anche i consumatori liguri potranno beneficiare di un’etichettatura rinnovata sulle confezioni degli alimenti. Le nuove diciture “europee” saranno obbligatorie da sabato 13 dicembre, quando entrerà in vigore il nuovo regolamento 1169/2011 dell’Unione. «È dal 2001 che Coldiretti conduce, unica tra le organizzazioni professionali agricole, la battaglia per dare al cittadino-consumatore le informazioni utili e
corrette per una spesa consapevole – spiega Germano Gadina, presidente di Coldiretti Liguria – Finito il periodo di transizione necessario alle imprese per adeguarsi alle novità, dovremo valutare una norma che, pur ricalcando il passato, introduce nuovi importanti aspetti, ma lascia anche alcune questioni in sospeso. Si tratta, per esempio, della mancanza di un quadro sanzionatorio, che siamo ancora in attesa di conoscere, e del ruolo delle norme nazionali (decreto legislativo 109/1992) che, pur senza contrastare il nuovo regolamento, continueranno comunque ad avere un ruolo legislativo. Ma, anche in questo caso, stiamo ancora aspettando il suo rinnovamento». Di questo tema si è parlato questa mattina, in Camera di Commercio di Genova, nel corso dell’incontro dedicato alle imprese agricole, agrituristiche e ittiche organizzato da Coldiretti Liguria, Campagna Amica e Atal (Accordo territoriale agroalimentare ligure), per informare e formare le realtà produttive della Liguria su come cambia la nuova normativa.
«È importante che le imprese e i consumatori prendano coscienza delle nuove norme – spiega Giovanni Moretti, direttore di Coldiretti Liguria – perché, nonostante alcuni punti siano ancora in sospeso, come il rinnovamento del d.l. 109/1992 e l’assenza, per ora, di sanzioni per chi non rispetta il regolamento europeo, ci sono elementi che si possono considerare direttamente applicabili e che coinvolgono non solo imprese del settore agroalimentare, ma anche quelle turistiche. Tutto ciò deve essere visto in un’ottica di rinnovato appeal per il prodotto alimentare e di nuova opportunità economica per le imprese: non va dimenticato che dall’etichetta si capisce il valore del prodotto che acquistiamo, una prelibatezza o una semplice commodity. Uno dei casi simbolo di questa rivoluzione colturale è rappresentata dal tappo antirabbocco per le bottiglie di olio di oliva destinate a esser esposte sulle tavole dei ristoranti e degli agriturismi: l’olio è il simbolo della terra ligure e la garanzia di poterlo degustare diventa un punto qualificante dell’offerta della ristorazione e una nuova opportunità per le imprese agricole liguri».
Ecco alcune delle novità introdotte dal regolamento comunitario sull’etichettatura: le etichette saranno, prima di tutto, più leggibili: le indicazioni obbligatorie dovranno essere scritte in caratteri più grandi e più chiari che le renderanno più visibili e leggibili per i consumatori. Gli allergeni alimentari saranno messi in evidenza, anche per gli agriturismi e le aziende agricole. Soia, latte, cereali contenenti glutine, uova, noci, arachidi, pesce, crostacei, molluschi, sedano, lupino, sesamo, senape e solfiti: sono queste le sostanze e i prodotti allergenici la cui presenza negli alimenti deve essere da ora chiaramente indicata sull’etichetta. Dal 13 dicembre, se il nome dell’alimento non è sufficiente a renderne chiara la presenza, questi allergeni dovranno essere evidenziati con un carattere diverso, in modo da essere facilmente identificabili dai consumatori. Saranno specificate anche le tipologie di grassi presenti nell’alimento: nella lista degli ingredienti le dizioni come “olio vegetale” o “grasso vegetale” dovranno essere sostituite da diciture più specifiche che indichino il tipo di grasso contenuto (per esempio “olio di girasole”). Indicazioni precise anche sulla provenienza della carne: debutta l’indicazione dell’origine delle carni suine, avicole, ovine e caprine, che in questo modo sottostanno alle norme previste da anni per le carni bovine. Sarà indicata anche l’origine delle materie prime, se fondamentale per il prodotto: viene esteso a tutti gli alimenti l’obbligo di indicare il paese di origine e di provenienza delle materie prime utilizzate. Ma, finché non saranno specificati contenuti e modalità, questa norma resta per ora sulla carta. Rimane valido, invece, l’obbligo di indicare l’origine dell’alimento nel caso in cui ometterlo possa indurre in errore il consumatore. A questo proposito il nuovo regolamento specifica che, per stabilire se si possa supporre che l’alimento abbia un’origine diversa da quella effettiva, si deve guardare all’insieme delle informazioni che accompagnano il prodotto. Informazioni in generale più dettagliate: le indicazioni che riguardano ingredienti e metodi di lavorazione devono essere riportate in modo evidente. Per esempio, nel caso di un alimento “decongelato”, questa dizione deve comparire a fianco della denominazione del prodotto. Maggiore evidenza anche per il responsabile: per il consumatore sarà più facile capire se il responsabile delle informazioni sul prodotto è il fabbricante o il punto vendita. Non dovrebbero più presentarsi situazioni in cui l’alimento è venduto apponendovi con grande enfasi il marchio del supermercato, il quale decide cosa scrivere e non scrivere in etichetta, facendo però figurare come responsabile il vero produttore. Infine, le informazioni saranno più veritiere: sarà più difficile attribuire a un prodotto una natura o una qualità che non possiede ricorrendo all’aspetto o all’etichetta. Per esempio, si vuole evitare che il consumatore possa acquistare una bevanda vegetale scambiandola per latte o essere indotto a credere di poterle attribuire proprietà nutrizionali e compositive equivalenti a quelle del latte, quando invece non le possiede.