Una passeggiata lunga due chilometri che collegherà il Porto Antico alla Fiera, costeggiando la sopraelevata. Un canale largo almeno 20 metri che trasformerà le aree delle riparazioni navali e della Fiera in isole artificiali collegate alla terraferma attraverso alcuni ponti. E infine una nuova torre piloti, alta 70 metri, che prenderà il posto di quella abbattuta nel tragico incidente della Jolly Nero. Questo, in sostanza, è quanto prevede “Blue Print”, il progetto con cui l’architetto e senatore a vita Renzo Piano intende ridisegnare, nell’arco di 15 anni, il waterfront genovese. «Più che di costruire, si tratta di smantellare e far tornare l’acqua dove era un tempo» ha detto Piano durante la presentazione della proposta, avvenuta sabato pomeriggio nella sede dell’Autorità portuale di Genova a palazzo San Giorgio. Presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, il sindaco di Genova Marco Doria e il presidente dell’Authority Luigi Merlo. Le demolizioni riguarderanno principalmente l’edificio ex Nira e il padiglione C, due aree che una volta liberate verranno allagate, trasformando di fatto il vicino padiglione B in una penisola. Il palasport sarà per metà circondato dall’acqua e ospiterà una nuova darsena.
Lo spazio ottenuto dallo smantellamento consentirà inoltre di allungare la banchina di 2 chilometri e di ingrandire l’area delle riparazioni navali, attraverso l’allargamento del quarto bacino di carenaggio, che ospiterà la Costa Concordia. Il molo Duca degli Abruzzi sarà trombato (riempito d’acqua) e dedicato all’industria navale.
I lavori potrebbero iniziare già il prossimo anno, per quanto riguarda la Torre Piloti, mentre il resto delle operazioni non dovrebbe prendere avvio prima del 2020. Gli interventi saranno finanziati da pubblico e privato e sono stati inizialmente stimati in 120-140 milioni di euro.