L’artigianato ligure deve fare i conti anche con l’economia sommersa. Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato su dati Mise, esistono determinati settori particolarmente esposti alla contraffazione, fenomeno che in Italia (prima in Europa per numero di merci sequestrate) ha superato un giro d’affari di 480 milioni di euro nel 2013.
Si tratta del tessile e abbigliamento, calzature e accessori, gioielli, profumi e saponi, giochi e occhialeria. Settori che, in Liguria, contano circa 900 micro e piccole imprese artigiane, proprio quelle maggiormente esposte al rischio della “concorrenza sleale”. Di queste, poco più di 530 sono nella provincia di Genova, quasi 150 a Savona, mentre alla Spezia e a Imperia se ne contano, rispettivamente, un centinaio e quasi 130. «Un fenomeno globalizzato, che va combattuto con un’azione congiunta a livello nazionale ed europeo – spiega Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – A partire da attività legislative e di prevenzione che tutelino l’origine e la qualità dei prodotti. Mi riferisco, in questo caso, al marchio del made in Italy, del quale deve essere garantita la piena tracciabilità. Purtroppo anche la contraffazione è tra le cause della crisi della filiera del manifatturiero: non a caso, nell’ultimo anno, i settori più esposti al fenomeno hanno subito un calo del 5,5% in Liguria e del 2,1% in Italia». Dopo quello della Sicilia (-6%), la nostra regione ha subito il peggior calo d’Italia tra 2013 e 2014. Un segno meno maggiormente marcato nella provincia di Imperia (-10,6%), seguito dalla Spezia (-8,3%), Savona (-8,1%) e Genova (-2,9%).
Tra 2008 e 2013 in Liguria sono stati sequestrati quasi 15 mila pezzi, per ben 126,5 milioni di euro, pari al 3,4% del valore aggiunto del manifatturiero: un dato che pone la nostra regione al quinto posto in Italia dopo Lazio, Calabria, Campania e Puglia. I falsi “più gettonati” sono gli accessori: negli ultimi sei anni, in Liguria, si calcolano quasi 60 milioni di merce contraffatta appartenente a questo genere. Seguono l’abbigliamento, il cui valore del falso supera di poco i 19 milioni di euro, e le calzature, con 14,6 milioni. Tra 2012 e 2013 il valore dei sequestri è calato di quasi 10 milioni di euro: 18,1 contro 8,8 milioni. Cresce il numero delle operazioni di sequestro (927 contro 940), mentre diminuisce la quantità di pezzi contraffatti (1.163 contro 694).
Considerando che nell’Unione europea il 66% del valore dei sequestri si riferisce a merci trasportate via mare, la presenza dei porti sul territorio italiano è una variabile fondamentale per la diffusione del fenomeno della contraffazione: Genova è il primo porto del Paese proprio per traffico merci.