Le associazioni di categoria degli artigiani si sono dette disponibili a fare da tramite tra le imprese e Filse, anche per le telefonate e molto si è già fatto per agevolare il carico burocratico: «C’è voluto un anno – rivela Daniela Locati, responsabile di area credito di Cna Liguria – per modificare il regolamento della fidejussione bancaria, per com’era fatto in precedenza nessuna banca avrebbe potuto concederla, in molti bandi non era neanche ammesso il pagamento con assegno bancario».
«Le linee di indirizzo del bando sono condivise con il mondo delle associazioni – ribadisce l’assessore regionale allo Sviluppo economico Renzo Guccinelli – certo, non possiamo farci dare suggerimenti, ma la condivisione è un percorso imboccato già da tempo». Il successo o meno di alcuni bandi dipende, secondo Luca Costi di Confartigianato Liguria, dal tipo di tessuto economico a cui sono rivolti: «Quelli sull’ingegneria finanziaria, ponevano domande troppo complesse, le piccole imprese sono scoraggiate». Si trattava del bando sui prestiti partecipativi con Unicredit: «Se mettiamo in moto l’ingegneria finanziaria – dice Guccinelli – ma vincoliamo i prestiti non alla valutazione sul progetto, ma alla bancabilità dell’impresa, c’è una difficoltà oggettiva ad arrivare in fondo. Lo dimostra la scelta della maggioranza: attivare fino al 70% di finanziamento sul progetto se non ci si presentava accompagnati da una banca».
Ottima risposta, nell’ambito dell’ingegneria finanziaria, si è avuta nell’ultimo bando1.2.4 sugli aiuti rimborsabili, chiuso il maggio scorso: vi potevano partecipare le aziende che avevano in programma interventi su innovazioni dal punto di vista tecnologico, produttivo, commerciale, organizzativo e gestionale. Il prestito è concesso o fino al 70% dell’importo dell’investimento ammesso, con risorse interamente pubbliche (investimento agevolabile non inferiore a 214.286 euro) o fino al 100% dell’importo dell’investimento ammesso, di cui l’80% con fondi pubblici e il restante 20% con risorse private messe a disposizione da una banca convenzionata (investimento agevolabile non inferiore a 187.500 euro).
Il bando 1.2.3. sull’innovazione è stato invece il primo esperimento di bando di massa legato alla presentazione elettronica ed è stato, appunto, un successo. A tal punto che su 1.375 domande pervenute, ci sono fondi disponibili (16 milioni) per accontentarne poco più di 550 «ma la Regione – ammette Walter Bertini di Filse, la finanziaria della Regione Liguria – sta pensando di dirottare altri fondi per finanziare almeno tutte le domande arrivate il primo giorno di apertura del bando, ossia 703». Guccinelli è ancora più ottimista: «Ho la certezza che arriveremo a coprire interamente il primo giorno, ma sono fiducioso che riusciremo a trovare i fondi anche per le richieste dei giorni successivi». I bandi dell’asse 1 sono in “overbooking”, ma gli eventuali residui dell’asse 3 e 4 sulla riqualificazione urbana e il recupero patrimonio storico-culturale dovuti alle difficoltà dei Comuni per il rispetto del patto di stabilità e la spending review, saranno dirottati lì.
Tra i progetti che hanno ottenuto l’ok da Filse (nel giro di un paio di mesi dalla scadenza del bando) c’è quello di Artescienza sas di Varazze (vedi galleria fotografica), una società nata nel 2001 con lo scopo di contribuire alla conoscenza e alla conservazione dell’ambiente naturale e che realizza disegni e foto naturalistiche, articoli di divulgazione scientifica, libri, testi multimediali, modelli tridimensionali di organismi marini, conferenze, video e documentari. Recentemente un loro video è stato al top dei click sul sito di “Repubblica”. «Il nostro progetto – spiega Nadia Repetto, biologa, una dei titolari – ha riguardato due aspetti: il rinnovo del parco attrezzature per foto e video, in modo da poter presentare un prodotto in full hd anche per le tv, e la realizzazione di un sito di e-commerce per poter vendere a musei e organizzazioni scientifiche i disegni e le sculture di Maurizio Wurtz». Wurtz è uno dei pochi al mondo (si contano sulle dita di una mano) a realizzare sculture marine in vetroresina in scala 1:1: «I suoi lavori – spiega Repetto – sono a Montecarlo, Riccione, Grosseto e a breve anche al museo di Storia naturale di Shanghai». La tecnica di ripresa invece è all’avanguardia: attrezzature che non prevedono l’ingresso in acqua dell’operatore, riducendo a zero il disturbo per gli animali. L’investimento di Artescienza ammonta a oltre 70 mila euro: ne riceveranno 21 mila. La scadenza per realizzare questo progetto è imminente e Artescienza (che nella graduatoria sorteggiata dal notaio era al numero 78) attende i controlli sulle fatture per ottenere il denaro.
La Sib sas (Scuola italiana birrai) di Fabrizio Leo era ancora più in alto nel sorteggio (posizione 39) e ha già concluso i 12 mesi in cui ha dovuto realizzare l’investimento. Leo produce una birra artigianale, Birra Leo appunto, a Chiavari: «Stavo rinnovando le attrezzature – racconta – così ho aggiunto altri investimenti per arrivare alla quota minima per accedere al finanziamento a fondo perduto, ossia 30 mila euro. Ne ho ricevuti 10 mila. Ora la mia cantina di produzione da 2 mila litri è passata a 4 mila».
Sempre a Levante, ma a Carrodano, la Ligure Calcestruzzi (sorteggiata al 116° posto) ha rinnovato i macchinari, le autobetoniere che trasportano il materiale nei cantieri e comprato una nuova pesa. 165 mila euro il contributo: «Il meccanismo è un po’ troppo complicato – spiega Giuseppina Ardoino figlia del proprietario e responsabile del progetto – abbiamo acquistato i camion in leasing, perciò ogni sei mesi ci vengono “riconosciute” le rate e la quota ottenuta con il bando Por va direttamente alla società di leasing. Ci sono troppe tasse sugli investimenti, la pratica del leasing non ci è costata poco…».
«Rispetto a qualche anno fa – dice Marco Vignudelli responsabile dell’ufficio credito di Confartigianato La Spezia – i bandi sono diminuiti e più selettivi. La maggioranza ha come denominatore l’innovazione ». «Per innovazione – evidenzia Locati – si intende innovazione relativa, di un’azienda che riesce a dare una svolta alla propria attività magari solo grazie al fatto di aver comprato un macchinario nuovo. Oppure, quando riesce ad aumentare i servizi offerti, come un’officina che si evolve in centro revisione o un centro radiologico che acquista una risonanza magnetica. Anche un investimento su un nuovo sito web per la vendita è un altro modo per innovare la propria azienda». L’innovazione ha avuto un appeal sinora insuperato, quello sull’efficientamento energetico invece, secondo Vignudelli, non sta “scaldando i motori”. Sinora sono stati 11, dal luglio 2011, i bandi online. «Il vantaggio – spiega Bertini – è che la piattaforma informatica non fa sbagliare. Con la procedura cartacea non è più consentito integrare la documentazione “in corsa”, se manca anche solo una firma, la domanda viene respinta».
Degli 11 bandi alcuni erano disponibili in edizione sia cartacea sia online ed è stato possibile verificare la differenza nella gestione, con il web nettamente preferito. I bandi online sono auspicati anche da Filse: «Quelli futuri dovrebbero esserlo tutti – sostiene Bertini – è un processo di crescita culturale sull’uso dell’informatica. E poi si agevolano i tempi di istruttoria sia della concessione sia dell’erogazione». «In ogni caso anche il bando online non è semplice da compilare – puntualizza Locati – la prima volta ho impiegato 6 ore per una singola domanda, inoltre occorre fare molta attenzione a come si comunica il progetto, lo si deve riassumere in 1000 caratteri».
È comunque la struttura complessiva dei bandi a non essere delle più semplici, basta leggerne uno qualsiasi per perdersi in 25 righe di riferimenti a norme comunitarie, leggi, regolamenti che rappresentano l’ossatura del bando. «Sino al 2006 – spiega Marco Merli, presidente di Cna Liguria – se l’azienda faceva parte delle zone dell’Obiettivo 2, otteneva più facilmente i fondi necessari perché si favoriva la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali, ora non si fanno più distinzioni. La Regione sta facendo un ottimo lavoro, evitando di distribuire fondi a pioggia».
IL BANDO POST ALLUVIONE
Altro problema si è verificato con i bandi per i contributi alle imprese che hanno subito danni dall’alluvione (azione 1.4, 661 domande di cui 610 accolte e con istruttorie ancora in corso, 30 milioni a disposizioni per 34 milioni richiesti), un bando per il riavvio delle attività (non un rimborso quindi): «Gran parte delle aziende partecipanti – sottolinea Bertini –non erano in regola con il Durc, il documento di regolarità contributiva che è necessario per completare la pratica. Allora abbiamo trovato una sorta di scappatoia per far arrivare comunque i soldi a queste aziende: un accordo di rateazione e il versamento almeno della prima rata. Come soggetto di secondo livello siamo un punchball che assorbe tutte le critiche, ma se le norme sono queste non possiamo aggirarle». «Questo bando – polemizza Roberto Risso, responsabile del servizio economico di Confindustria Genova – ha rallentato ulteriormente il lavoro di Filse». E Vignudelli rimarca: «Avevamo chiesto una corsia preferenziale, qualcosa si è mosso anche se per me il contributo non doveva essere messo a bando. E lo dimostrano le 661 domande, ovvero la metà rispetto alla quantità di “modelli E” presentati in Camera di Commercio».
A usufruire dei contributi per far ripartire l’attività anche il panificio di Gino Raffo a Vernazza, completamente distrutto dall’alluvione del 2011: «Filse è stata davvero in gamba – racconta – perché ha gestito questi soldi molto bene, sono stati pignoli ma è così che si deve lavorare, trattandosi di denaro pubblico. Il mio panificio ha ricevuto 132 mila euro, il 40% dell’imponibile. Abbiamo dovuto rifare persino le fondamenta, ho speso quasi 500 mila euro per la ricostruzione». Raffo ha riaperto il 2 giugno 2012, senza porte.
SVILUPPO E TURISMO
Non esistono solo i bandi con fondi europei legati al piano operativo regionale. La Liguria, negli ultimi tre anni, ha attivato 5 bandi per lo sviluppo economico e due per il turismo. «Sono praticamente tutti a inizio istruttoria – dice Bertini – stiamo parlando di circa 30 milioni di fondi e 1200 domande, di cui “solo” 1.148 per il bando della legge regionale 3/2008 sul commercio che, a fronte di 3 milioni disponibili, ha avuto richieste per 27 milioni». Guccinelli dà ulteriori speranze: «Abbiamo aumentato la copertura a 4,5 milioni, quindi saremo in grado di soddisfare le prime 350-400 domande». «Il rischio di quest’ultimo bando – sostiene Vignudelli di Confartigianato – è che sia stato un grande spot, ma possa accontentare pochi, lo stesso potrebbe accadere per quello che partirà a ottobre e sarà dedicato alle strutture extra-alberghiere». In tutto le richieste per i cinque bandi arrivano a 70 milioni.
«Il bando Par-Fas di ricerca e sviluppo legato alle aziende dei poli dell’innovazione – racconta Bertini – è stato un successo: 15 milioni di budget, 14,5 assegnati a 21 imprese su 40 domande». La graduatoria del bando legato al Programma attuativo regionale del Fondo aree sottoutilizzate è stata comunicata a fine luglio (sette mesi dopo la chiusura del bando con 37 partecipanti) ha diviso i fondi tra la cosiddetta linea A (progetti presentati da associazioni temporanee di scopo costituite da grandi imprese con almeno una piccola- media impresa e almeno un organismo di ricerca, che mettono a punto prodotti innovativi destinati a nuovi mercati) e la linea B (progetti presentati da Ats costituite da almeno due Pmi e da almeno un Or, per lo sviluppo di tecnologie chiave abilitanti anche a carattere multisettoriale).
Sette i soggetti che usufruiranno dei contributi della linea A (7,1 milioni), quattordici per la linea B (7 milioni). Fanno parte della prima categoria Btp Tecno, Bureau Veritas Italia, Iplom, Ansaldo Energia, Esaote, Intermarine e Selex Es. Tra le aziende capofila beneficiarie nella linea B Arrow Diagnostics, Telerobot, Selmar, Selesta Ingegneria, Circle Cap, On Air, Giuseppe Santoro, Fos, Softjam, Business Development Consultancy, Hyla Soft, Sirius Biotech.
Il progetto che ha Ansaldo Energia come capofila comprende anche l’Università di Genova, Tirreno Power e una pmi genovese (Stara Glass, che si occupa di impiantistica e produzione di vetro) e si basa sulle fondamenta del polo per l’energia sostenibile di Savona, di cui Ansaldo fa parte attraverso il consorzio Sire (Simulazione dinamica e realtà virtuale), nato nel 2007 grazie all’aiuto del programma comunitario precedente. «Al campus di Savona – spiega Franco Rosatelli, dirigente del settore Ricerca & Sviluppo di Ansaldo Energia – siamo anche presenti attraverso un laboratorio congiunto azienda-università sullo sviluppo della combustione a Savona in cui è stato già speso un milione in attrezzature. Da questa doppia presenza è nata l’idea di unire i due aspetti in un unico progetto di ricerca: modelli avanzati per la simulazione della combustione e la verifica in laboratorio».
Alcune attività del progetto sono già avviate. L’esperienza durerà circa 2 anni «Useremo questi studi – dichiara Rosatelli – per sviluppare competenza sul controllo delle emissioni termoacustiche, che è uno dei temi più importanti per noi nell’ambito del prodotto turbine a gas. Del progetto fa anche parte un aspetto legato alla formazione: prevediamo di coinvolgere neolaureati con assegni di ricerca, tesi e così via». Il valore totale dell’investimento è stato stimato da Ansaldo Energia in circa 2,4 milioni, con un contributo richiesto di 1,087. Filse ha valutato 2 milioni di costi e ha assegnato un contributo di 894 mila euro: «Non sappiamo ancora quali attività e aziende hanno “tagliato”, visto che il bando prevedeva una parte di ricerca industriale e una parte di sviluppo sperimentale». Ansaldo Energia avrebbe fatto l’investimento anche senza l’aiuto del contributo pubblico: «Pensare che la ricerca finanziata debba essere addizionale rispetto all’investimento dell’azienda è un approccio sbagliato – sostiene Rosatelli – l’Ue deve finanziare attività completamente innovative, ma sostenere anche la competitività. Anche nel nostro settore il costo del lavoro e altri fattori produttivi tendono a essere a favore dei Paesi extraeuropei. Per noi è anche il modo per poter mantenere queste attività industriali anche in Italia. Un progetto del genere nell’ambito di un’iniziativa finanziata ci consente di affrontare aspetti con più approfondimento e ci permette di coinvolgere l’università che così riesce ad avere maggiore attenzione sui temi industriali».
Rosatelli ha apprezzato anche il punteggio assegnato da Filse (Ansaldo è quarta in classifica nella graduatoria): «Un’iniziativa che ha una forte valenza industriale e che la Regione non ha analizzato con il pregiudizio che non riguardasse fonti di energia rinnovabili».
Altro discorso su bandi dedicati agli spin-off, che scontano l’impossibilità di anticipazione del contributo per l’avvio dell’attività: «Se non lo aiuti a nascere è difficile che lo spin-off si realizzi con le sole forze economiche degli ideatori», rimarca Bertini. «Dobbiamo ripensarli – annuncia Guccinelli – sono ispirati dalla legge 2/2007 sulla promozione, sviluppo, valorizzazione della ricerca, dell’innovazione e delle attività universitarie e di alta formazione. Ci siamo resi conto che si tratta di incentivi non facilmente utilizzabili».
L’ultimo bando legato allo sviluppo economico è quello che rimanda alla legge 21/2000 sugli investimenti produttivi nelle aree comunitarie 87 3c: 4,5 milioni a disposizione, 15 domande arrivate per 15 milioni richiesti. «Un bando che riguarda le grandi imprese di determinate zone e l’investimento minimo doveva essere di 1 milione», dice Risso.
Per il turismo sono quasi concluse le istruttorie sulle ristrutturazioni delle attività alberghiere (30 su 40, deliberati contributi per oltre 13 milioni).