Il 75% del fabbisogno economico di Iren che riguarda il territorio ligure è stato contrattualizzato con fornitori che hanno sede in Liguria: su un ordinato di 108 milioni, sono ricaduti su imprese liguri ben 81 milioni. 45% del dato complessivo nazionale sui territori gestiti dalla multiutility, forse in Liguria manca la percezione di questo divario.
Probabilmente è anche per questo che Iren ha deciso di presentare il proprio piano industriale alle pmi liguri associate a Confindustria Genova, in un appuntamento organizzato dal comitato Piccola Industria. L’evento, a giudicare dalle presenze in sala, ha suscitato particolare interesse tra i piccoli imprenditori e, probabilmente, ha inaugurato un nuovo filone in Confindustria, tanto che il presidente Giovanni Mondini ha annunciato che ci sono già altre due grandi aziende pronte a presentare il proprio piano industriale.
La Liguria prevale anche negli accordi quadro (pluriennali) rispetto agli altri fornitori del territorio: sui 391 firmati (per un valore di 488 milioni), il 33% dei fornitori è ligure. La nota dolente è che solo il 9% è un fornitore qualificato (l’8% dei genovesi), ossia ha avviato l’iter sul portale acquisti. Questo, probabilmente, è il secondo motivo per cui Iren ha chiesto l’incontro.
Dall’anno scorso Iren ha modificato il meccanismo con cui gestisce le gare: l’albo fornitori ospita 2.574 aziende nel portale acquisti, di cui 2002 già qualificati. Si attinge dall’albo quando le gare sono escluse o estranee al codice degli appalti e il cambiamento sta nel fatto che questo tipo di gare riserva ai fornitori locali una quota del 50%. «Tutto questo ci consente una gestione più trasparente – spiega Vito Gurrieri, responsabile approvvigionamenti, logistica e servizi di Iren – con una rotazione automatica dei fornitori, un efficientamento dei processi e una loro tracciabilità. Vogliamo dare chance alle aziende del territorio. Nel 2017 il 51% dei fornitori utilizzati da Iren rientra nel nostro territorio di competenza, pari al 45% del valore ordinato complessivo». Iren riserva alle pmi l’invito a eventi di negoziazione per importi contenuti in termini di volume e valore nel tempo. Nell’albo fornitori ben 551 aziende sono micro, 689 piccole.
Dall’ottobre 2017 sono già state fatte 321 gare in questo modo, per un valore di 164 milioni. In totale, il 2017 ha visto per Iren una riduzione degli ordini (per ottimizzarli ed evitare la dispersione): 10.962, per un fatturato (aumentato) di 673 milioni.
Dal primo dicembre 2018, inoltre, anche le fatture possono essere inviate in via telematica con un upload semplificato e una garanzia di ricezione.
Piano industriale al 2022, gli investimenti in Liguria
Sui due miliardi e mezzo di investimenti previsti, un terzo della cifra sarà impiegato in Liguria (che vale un ottavo del mercato di Iren): 728 milioni. Di questi ben 546 serviranno per le reti (420 ciclo idrico, 126 gas), 62 per i clienti, 46 per i servizi e l’efficienza energetica, 44 per facility, sedi e information technology, 10 per il teleriscaldamento. Rispetto al business plan precedente l’incremento dell’investimento è del 30% in area Genova (628 milioni), oltre a 100 milioni sulla Spezia entro il 2022.
Iren in Liguria
L’azienda ha circa 1.838 dipendenti, prevalentemente su Genova e La Spezia (10 a Imperia, 48 a Savona, 741 alla Spezia, 1039 a Genova), per il 50% impiegati in Ireti (che gestisce la rete idrica e gas), 350 persone fanno capo alla holding, 317 all’ambiente, 150 a Iren Mercato e 67 in Iren Energia.
L’a.d. Massimiliano Bianco annuncia che, con l’acquisizione di Acam La Spezia, sono saliti a 90 i Comuni serviti. Il target per il 2022 è far crescere del 10% il dividendo per azione e passare da 780 milioni a 950 milioni di ebitda.
Il 66% degli affidamenti riguarda aziende del territorio.
A Genova Iren ha installato 21 Mw di idroelettrico, gestisce 5.573 km di rete idrica (6.430 in Liguria), ha 465.849 clienti gas (687.769 in Liguria) e 1685 km di servizi.
Fabio Giuseppini, a.d. di Ireti, evidenzia che 115 milioni serviranno per l’ammodernamento delle dighe, 36 solo per la diga sul Badana: verrà incapsulata quella vecchia, aumentando la capacità di approvvigionamento, in ottica di affrontare ancor più serenamente i periodi di siccità. 68 milioni saranno destinati al depuratore di area centrale (Genova Cornigliano), ma anche gli altri depuratori di proprietà saranno ammodernati.
In ballo ci sarà anche la gara per l’installazione dei contatori elettronici sul gas.
Da poco tempo inoltre, Iren ha aperto un nuovo filone di business sul risparmio energetico (è diventato il principale venditore di lampade a led nella gdo dell’area di competenza, con il 30% del mercato), vende anche sistemi di protezione domestica.
Il valore di borsa di Iren è raddoppiato nell’ultimo triennio, l’utile netto triplicato, oltre ai soci pubblici (lo stesso Comune di Genova è azionista), Bianco evidenzia che l’azionariato è composto soprattutto da investitori britannici e americani.
All’evento presente anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Genova Matteo Campora: «Il rapporto con Iren dura da molti anni e spero si possa consolidare, è importante che aziende come questa abbiano politiche di questo tipo. Lavorando insieme la città avrà solo vantaggi. Riteniamo la nostra partecipazione importante, perché la sentiamo azienda del territorio e chiediamo che lo sia ancora di più».