Mancanza di programmazione e in compenso tanta attenzione all’immagine e alle questioni contingenti, scelte strategiche sbagliate che oggi evitano misure impopolari ma un giorno provocheranno effetti devastanti sul bilancio e sulla qualità dei servizi ai cittadini. Sono queste le critiche di fondo che Cristina Lodi, capogruppo Pd nel consiglio comunale genovese, e Alberto Pandolfo, segretario provinciale del partito, in un confronto con la redazione di Liguria Business Journal muovono alla giunta guidata da Marco Bucci.
Mentre il consiglio comunale, osserva Lodi, è svilito e svuotato delle sue prerogative, visto che sinora le delibere di giunta arrivate in sala rossa sono state soltanto sei. «In prevalenza – dice Lodi – si vota su regolamenti e si discute su interpellanze e mozioni. Addirittura le delibere sulle partecipate sono passate con i l voto di fiducia, senza che fossero discusse nelle commissioni».
Sicurezza e decoro: i problemi si spostano
Sono passati, in effetti, soltanto sei mesi, dall’insediamento della giunta Bucci, ma secondo Lodi e Pandolfo i primi effetti della nuova amministrazione appaiono già chiari. Partiamo da quello che è stato uno dei temi più dibattuti nella campagna elettorale (e probabilmente fatale per le sorti elettorali del Pd), quello della sicurezza e del decoro urbano.
Come è noto, lo spazio tra Porto Antico e Sottoripa negli anni della giunta Doria è stato progressivamente occupato, fin quasi alla saturazione, da venditori abusivi, quasi tutti stranieri, di merce perlopiù raccattata nei bidoni dell’immondizia o staccata dai depositi della Caritas e stesa a terra su asciugamani o fazzoletti. Questo all’ingresso della zona di maggior pregio turistico della città, con i commercianti furibondi che mostravano ai giornalisti l’impossibilità di accedere ai loro negozi. E leader politici nazionali (dell’opposizione), guidati dai dirigenti del centrodestra locale che venivano in loco a deplorare e sentenziare. Finché la giunta ha avuto una pensata: spostare il mercatino, legalizzandolo, di qualche centinaio di metri, in via Quadrio. In sostanza, il mercatino è rimasto, si sono persi, per qualche ora al giorno dei posti auto, con grave disappunto dei commercianti della zona che da tempo attendevano più e non meno spazi per i loro automezzi. «Peso el tacòn del buso», come dicono in Veneto, secondo l’opposizione, l’inizio di un percorso di integrazione secondo la giunta Doria.
La giunta Bucci ha chiuso il mercato di corso Quadrio e ha aperto una sorta di mercatino delle pulci in Val Polcevera. Un mercato legale e sottoposto a norme, aperto a tutti, non pensato soltanto per gli stranieri, e che sembra funzioni decorosamente. «Ma, e questo è tipico della nuova amministrazione – osserva Lodi – il problema non è stato risolto, è stato spostato. In mercato non c’è più in corso Quadrio, in compenso Sottoripa la notte ognuno fa quel che crede. È successo che essendosi spostata l’attenzione dalla zona, i problemi sono rimasti ma non se parla più».
«Come esponenti del Pd – precisa Pandolfo – noi eravamo stati critici rispetto a certe opzioni avanzate da Doria, ma non è che oggi si sia risolto il problema. Non solo in Sottoripa continua a esserci un mercato abusivo, ma nella zona di Sarzano il degrado è grave, e lo si è visto anche in certi episodi avvenuti a Capodanno. La situazione si è involuta, i presidi servono sempre, le zone di degrado e di maggiore criminalità si sono semplicemente spostate. E dobbiamo creare occasioni di integrazione comuni a italiani e stranieri. Perché ci si integra facendo le stesse cose, non vivendo in mondi separati».
Le partecipate: Amiu e Amt
La questione delle due maggiori partecipate Amiu e Amt non ha suscitato un gran dibattito tra gli elettori ma rimane fondamentale.
«Su Amiu – dichiara Lodi – il Pd continua a pensare che la soluzione dell’aggregazione con Iren fosse la proposta più opportuna e vantaggiosa per la città. Prima di tutto perché Amiu avrebbe continuato a mantenere il proprio ruolo, mentre Iren avrebbe rilanciato una politica di rifiuti, finora mai intrapresa per la mancanza di impianti, che avrebbe permesso di fare diminuire gli extra-costi. Ora riteniamo che siano in arrivo notizie non confortanti per i cittadini».
Il riferimento è alla promessa della giunta Bucci di portare a zero la Tari. «Una promessa che non può essere mantenuta – spiega Lodi – per il semplice motivo che la copertura degli extra-costi arriva solo dalla tassazione e quindi inevitabilmente ricade sui cittadini. Le risorse di cui parla Bucci, quelle derivanti per esempio dalla vendita delle farmacie comunali, possono coprire solo una piccola parte di costi, come quelli derivanti dalle esenzioni speciali per famiglie con quattro figli, il resto dovranno coprirlo i genovesi».
Quanto ad Amt, argomento scottante che potrebbe diventare incandescente, secondo gli esponenti del Pd Bucci, nonostante la volontà più volte dichiarata di volere tenere l’azienda in house, ha soprasseduto sul fatto di aver già aperto la gara di dialogo competitivo in cui vengono raccolte le proposte di privati esterni per la gestione del tpl. La gara da 138 milioni è stata aperta il 27 dicembre scorso, tramite Suar (la Stazione unica appaltante regionale) e, così facendo, «il Comune ne ha perso il controllo, che è ora in mano alla Regione», precisa Lodi. Secondo la normativa, la soluzione in house si può attuare solo se questa risulta migliore della proposta di un privato.
Euroflora, sarà quella vera?
Insomma, secondo gli esponenti Pd, si vive alla giornata, con soluzioni improvvisate e gridate. Un esempio su tutti? Euroflora. Il sindaco ha detto che tornerà a Genova. «Ben venga – precisa Lodi – ma che sia davvero Euroflora e non una mostra floricola per valorizzare i parchi di Nervi. Perché realizzare una vera Euroflora è una questione tecnicamente complessa e che richiede tempo. Per riuscire a coinvolgere gli espositori internazionali occorrerebbe invitarli un anno e mezzo prima, perché per avere fioriture di specie che non rispettano i tempi della primavera gli addetti ai lavori devono avere la possibilità di lavorarci su: per esporre specie diverse dalla stagione in cui fioriscono, provenienti spesso da climi tropicali, lo si deve sapere con largo anticipo. Bucci ribadisce che Euroflora si farà, ma finora gli espositori non sono stati interpellati. Il rischio che Euroflora si trasformi in una “fiera dei fiori” in formato ridotto, è concreto: pensiamo anche agli orti botanici di Genova – aggiunge Lodi – che hanno sempre portato a Euroflora piante secolari, ma non è così semplice: servono attrezzature e tecniche ad hoc. Siamo sicuri che si riesca a realizzare tutto, in così poco tempo, ai parchi di Nervi? O è l’ennesimo annuncio di Bucci? Abbiamo chiesto una commissione ad hoc, con audizioni, per capire quali sono i programmi. Occorrono anche strutture che siano in grado di mantenere il giusto grado di umidità come accadeva all’interno del Palasport con le grandi fontane, e questo in effetti potrebbe essere complicato all’interno dei parchi. Dobbiamo fare attenzione perché un’Euroflora in tono minore farebbe perdere valore al marchio».
«Anche l’idea del battello non sarebbe brutta – sostiene Pandolfo – ma bisogna tener conto che il percorso è fuori dalla diga foranea e quindi ci sono i rischi di sospensione del servizio per il mare mosso. Ci sono anche diversi problemi tecnici, non per nulla la nave-bus al momento ha un percorso che dal porto antico non va oltre Pegli».
Pandolfo, da poco segretario provinciale del Pd, è attento alla strategia generale che il partito deve adottare di fronte ai singoli problemi. «Siamo in una fase in cui bisogna ripensarsi, non ci servono soluzioni preconfezionate. Il nostro partito in certi luoghi non è più vissuto come interlocutore credibile. Deve tornare a esserlo. Per noi che siamo stati alla guida dell’amministrazione per decenni, è una nuova fase di ascolto e di speranza, forse anche, in certi casi, di silenzio. Le responsabilità amministrative ora spettano ad altri, a noi il compito di verificare che gli impegni presi vengano perseguiti, mantenuti. E non intendiamo lasciar passare nulla».
Occupazione e sociale: promesse e silenzi
«Per esempio, sono state promesse decine o centinaia assunzioni. Per ora sappiamo che sono in arrivo soltanto 34 o 35 vigili urbani, e questo grazie a un concorso precedente. Il sindaco però continua a parlare di incentivazione dei servizi e implementazione del personale. Vogliamo dati precisi su turn over, concorsi amministrativi e costi».
Sono tante le critiche che i due dirigenti del Pd muovo al sindaco. C’è, tra le più importanti, secondo Lodi, «il silenzio che regna sovrano sui temi del sociale e della sanità. Ex ospedale psichiatrico di Quarto, Casa salute in Val Polcevera, pronto soccorso, su queste cose il sindaco non dice nulla e l’assessore Fassio è completamente assente. Sulla gestione dei servizi alla persona in questi sei mesi la giunta non ha fatto nulla. Un esempio su tutti: la forte insoddisfazione tra le fila della consulta dei disabili. In poche parole, tutto ciò che finora abbiamo ricevuto a proposito di cura e attenzione ai cittadini si riduce a un comunicato stampa sull’Agenzia della famiglia».
Ma la politica degli annunci, secondo Pandolfo, ha vita corta. «Non solo vigiliamo ma cerchiamo i modi più efficaci per informare i cittadini. Per esempio, il sindaco ci ha promesso 30 mila nuovi posti di lavoro. Bene, noi abbiamo attivato un contatore di posti di lavoro, che tiene conto di tutto. Vedremo i risultati alla fine. Al momento stiamo registrando fatti come quelli di Alitalia, Ilva, Rinascente, Trony: per ora la lancetta del contatore va in rosso».