C’è sempre un grosso nodo da sciogliere per Coop Liguria, che è quello del contratto collettivo nazionale di lavoro della distribuzione cooperativa, non rinnovato da quattro anni ormai. La frizione con i sindacati, spiega l’azienda per bocca del vicepresidente Roberto Pittalis, a margine della presentazione del bilancio, dipende dalla clausola dell’assenteismo opportunistico, che una sigla sindacale non vuole firmare: «Abbiamo già stanziato le cifre, che prevedono un incremento retributivo di 85 euro mensili, senza dimenticare tutte le opzioni di welfare sanitario che stiamo introducendo come la prevenzione oncologica per gli over 50 o delle donne».
L’assenteismo opportunistico consiste nel prendersi tre giorni di malattia per evitare magari turni nei festivi, mettendo in crisi i colleghi che devono coprire il turno di chi è assente. Una situazione spiacevole che è stata segnalata anche a Liguria Business Journal da alcuni dipendenti, che sono così costretti a coprire i turni mancanti.
“Le cooperative di consumo continuano a enfatizzare il tema dell’assenteismo, che preferiremmo chiamare pagamento dei primi tre giorni di malattia”, ribadivano i sindacati in una nota lo scorso dicembre, puntando il dito verso altre problematiche.
«Non capiamo perché si stia negando alle Coop ciò che è stato concesso agli altri soggetti della gdo, perché quella clausola invece è presente sia nei contratti di Confcommercio, sia in quelli di Federdistribuzione», sottolinea Pittalis.
«Fosse solo questo il problema probabilmente il contratto l’avremmo firmato da anni – spiega Riccardo Serri, segretario generale Uiltucs Liguria, che conferma la disponibilità al dialogo – per noi è un tema che si può affrontare, ma se si vuole salire da 38 a 40 ore per esempio pagandole comunque 38, diventa difficile. Siamo consci che oggi le Coop combattono in un mondo feroce e riconosciamo a Coop Liguria un’attenzione particolare sul tema sociale, tanto che in Liguria abbiamo già affrontato la questione e nel secondo livello di contrattazione abbiamo inserito delle limitazioni di premio per assenteisti». Secondo Serri occorre non fare di tutta l’erba un fascio. Per esempio si potrebbe elencare alcune patologie che richiedono piccole soste dal lavoro in modo da escluderle dal provvedimento.
Il maggior competitor è Federdistribuzione, anch’essa in standby per quanto riguarda il contratto: «Non vorremmo – dice Serri – che la cooperazione stesse alla finestra proprio per capire come andrà a finire di là». Il segretario di Uiltucs ricorda comunque che all’interno del panorama nazionale, Coop Liguria è una cooperativa molto solida e propositiva, mentre altri contesti sono più complessi.
Il vicepresidente di Coop Liguria evidenzia anche che l’83% dei dipendenti è a tempo indeterminato, che gli occupati annui nel 2017 erano 2.814, 69 in più rispetto al 2016. L’anno scorso ammontava a oltre 2 milioni gli euro la retribuzione aggiuntiva per i risultati gestionali, oltre alla menzione nella classifica “Top welfare” dell’Istituto tedesco qualità e finanza.
«Tra l’altro la riduzione avverrebbe solo nella quota aggiuntiva, non sullo stipendio – dice Pittalis – e dalla quarta volta. Questa formula esclude le assenze per malattie più lunghe e gravi. Nel nostro contratto le persone con problemi di salute hanno garantito il posto di lavoro sino alla guarigione. Altri contratti invece prevedono il licenziamento dopo 180 giorni consecutivi di assenza».
I vertici di Coop ricordano anche altri vantaggi rispetto ad altri contratti su malattie e infortuni, riconoscendo per esempio il 100% dello stipendio dal quarto al ventesimo giorno di malattia o infortunio, contro il 60% – 75% dei concorrenti.