«Salicornia, chi sei?» Originale ma equilibrato, festoso, intrigante, il menù del prossimo appuntamento dell’Ippopotamo, “I colori del mare, i colori del vino” (8 giugno, ristorante “Il Cigno”, Cavi di Lavagna) ci travolge con la sua promessa di colori, profumi e sapori. Cinque portate, e altrettanti vini, che l’Ippopotamo ci descrive con la consueta efficacia.
Tra i vari piatti troviamo anche la salicornia (accompagnata a crudité di seppia fumée) e qualcuno potrebbe domandarsi che cosa sia. Perché la “Salicornia europaea” in area mediterranea è molto comune, cresce nelle spiagge e nelle scogliere, sempre vicino al mare o ad acquitrini salmastri, e una volta era anche adoperata in cucina, specialmente dai marinai ma non solo, per la sua ricchezza di sali e vitamine e per il suo sapore, ma oggi la troviamo in di rado, in alcune pescherie e negozi.
Assomiglia all’asparago, infatti la chiamano “asparago di mare”, il suo sapore è difficile da descrivere. Bisogna assaggiarla. Si accompagna benissimo a crostacei, pesci e altri prodotti del mare, per affinità, ma anche a uova e altri cibi grassi, dando vita, sapida com’è, a piacevoli contrasti. Ottima anche come zuppa, in insalata e sulla pasta, se ne consuma la parte tenera (germogli e tratto superiore). In genere viene bollita e liberata così del sale in eccesso e poi condita, secondo gusti e ricette, con olio, burro, limone, aceto.
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