Un incontro urgente sulla questione dei balneari con il Governo e in particolare con il ministro agli Affari Regionali, Enrico Costa entro il 14 luglio, data in cui è attesa la sentenza della Corte di giustizia europea sui vari ricorsi presentati contro la proroga al 2020. Lo hanno chiesto oggi le Regioni italiane, in modo compatto, riunite nel tavolo interregionale sul demanio, coordinato dall’assessore al Demanio della Liguria, Marco Scajola.
L’incontro segue le linee guida presentate dal Governo in materia di riordino della normativa sulle concessioni demaniali marittime a uso turistico in cui però non si fa cenno alcuno a uno specifico periodo di proroga, sostituito dal termine generico “un congruo periodo transitorio”.
La scorsa settimana in Senato una mozione in cui richiedeva una proroga di 30 anni, presentata trasversalmente da esponenti di Forza Italia, della Lega Nord e del Pd, era stata respinta dal Governo. E se fino a poco tempo fa i distinguo tra le Regioni italiane erano più marcati oggi, in vista della prossima sentenza, i rappresentanti regionali hanno fatto quadrato.
«A questo punto – dice Scajola – anche alla luce della Brexit, quello che chiediamo al Governo è da un lato un testo di legge nazionale che tuteli i balneari in modo chiaro, e dall’altro di riaprire i negoziati con l’Europa per rivedere la posizione troppo rigida della Bolkestein, anche considerati i precedenti di Portogallo e Spagna dove sono stati approvati provvedimenti che non tengono conto della direttiva Bolkestein e dove è stato concesso un periodo di proroga di 30 anni e oltre per le varie concessioni».
Il testo che il Governo ha presentato in questi giorni, anche a seguito delle pressioni regionali, è stato giudicato dal tavolo interregionale un punto di partenza su cui discutere e confrontarsi.
Da tutte le regioni è stato giudicato indispensabile andare in Europa per negoziare il periodo transitorio, auspicando che il Governo abbia la forza e la volontà di farlo.
In parallelo alla vicenda Bolkestein, la Regione Liguria sta lavorando a un disegno di legge da inserire nel “Growth Act” che riconosca la peculiarità degli imprenditori balneari, dal punto di vista storico, culturale e economico, cercando di intervenire sul valore dell’azienda, salvaguardandone la sua tipicità, come settore di punta dell’economia ligure. Una norma che sarà approvata al più presto e si prefigge anche di fare chiarezza sulla definizione delle strutture di facile e difficile rimozione che ha conseguenze dirette sui canoni da applicare.