Skymetro, l’incontro al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture con gli uffici tecnici ‘gela’ la delegazione del Comune di Genova.
In una nota il Mit chiarisce: “A seguito dell’incontro tra gli uffici tecnici del Mit e una delegazione del Comune di Genova guidata dal vicesindaco Alessandro Terrile, si ribadisce l’importanza di proseguire con l’iter per la realizzazione del progetto Skymetro in val Bisagno, rispettando i tempi previsti dal cronoprogramma. Durante il colloquio, è stato sottolineato che i 398 milioni di euro stanziati sono vincolati esclusivamente a questo specifico intervento e non possono essere destinati ad altre opere”.
“Il progetto − si legge nella nota − approvato all’unanimità dal Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, risponde a criteri di compatibilità ambientale e sostenibilità. Il completamento dell’iter autorizzativo e la successiva assegnazione dell’appalto entro la fine del 2025 sono passaggi cruciali per evitare il rischio di perdere il finanziamento“.
Il Mit conferma che modifiche alla progettazione potrebbero compromettere la disponibilità dei fondi, con conseguente riassegnazione delle risorse a progetti alternativi a livello nazionale.
L’obiettivo resta quello di garantire la realizzazione di un’opera che risponda ai massimi standard di sicurezza.
Il Mit invita l’amministrazione comunale di Genova a rispettare gli impegni presi, affinché il progetto possa proseguire senza indugi. Il Mit proseguirà nell’operare in stretta collaborazione con le autorità locali per garantire il rispetto delle prescrizioni tecniche e ambientali necessarie, nell’ambito di un processo che è pronto per entrare nella fase operativa.
La replica della giunta
«Dal confronto che si è tenuto oggi a Roma tra il Comune di Genova e il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, è emersa l’indisponibilità a concedere la proroga per l’utilizzo delle risorse per il progetto Skymetro, già richiesta il 16 maggio dalla giunta Piciocchi». Lo dichiarano il vicesindaco di Genova Alessandro Terrile e l’assessore ai Lavori pubblici Massimo Ferrante.
«Ad avviso degli uffici del ministero – spiegano il vicesindaco Terrile e l’assessore Ferrante – ove i lavori non siano aggiudicati entro il 31 dicembre 2025, l’opera sarà definanziata con conseguente onere per il Comune di Genova di restituire circa 19 milioni di euro impegnati negli ultimi tre anni per le quattro versioni progettuali fino a qui poste in essere, nessuna delle quali oggi ha completato l’iter approvativo in conferenza dei servizi. Come era chiaro anche alla precedente amministrazione, che aveva richiesto al ministero la proroga dei termini, il progetto Skymetro non è cantierabile entro il 31 dicembre 2025. Non è infatti possibile procedere in tempi utili con le rilevanti modifiche progettuali richieste dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, e reperire le risorse – a oggi non stanziate – per la demolizione della scuola Firpo, l’acquisto dell’area e la realizzazione di un edificio scolastico sostitutivo».
«La posizione del ministero comunicata oggi – aggiungono il vicesindaco Terrile e l’assessore Ferrante – dimostra che, nonostante i ripetuti annunci, la precedente amministrazione comunale non è stata in grado di utilizzare le risorse ottenute, perdendosi in oltre tre anni di progettazioni non realizzabili, cagionando un potenziale e concreto danno erariale di 19 milioni di euro. Nonostante il fallimento del centrodestra, continueremo a confrontarci con tutte le istituzioni per dotare la Val Bisagno di un sistema di trasporto rapido, sostenibile e compatibile con il paesaggio per garantire a tutti gli abitanti della vallata il diritto alla mobilità».
Nel pomeriggio Silvia Salis ha chiarito ulteriormente la posizione.
L’opposizione ribatte
Arriva anche il commento dei consiglieri della Lega in Comune Paola Bordilli e Alessio Bevilacqua: “La giunta Salis continua a chiedere una proroga per cambiare il progetto dello Skymetro, ma la legge non lo consente. I 398 milioni stanziati dallo Stato sono vincolati a questa specifica opera: non possono essere dirottati altrove. Invece di lavorare per sbloccare il cantiere e migliorare la mobilità cittadina, il centrosinistra insiste con una linea demagogica e senza soluzioni. Così facendo, mette a rischio un’infrastruttura strategica per Genova e per la Valbisagno. Il sindaco Salis smetta di fare campagna elettorale permanente e rispetti le leggi dello Stato, che anche la sinistra ha contribuito a scrivere. Il progetto è stato approvato dagli organi competenti. Se l’iter si blocca, i fondi andranno persi. Entro il 2025 va assegnato l’appalto e non c’è più tempo da perdere. Ringraziamo il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la disponibilità al dialogo. Genova merita di andare avanti, non di tornare indietro”.
Matteo Campora, ex assessore ai trasporti del Comune di Genova e attuale capogruppo di Vince Liguria – Noi Moderati in Consiglio Regionale, dichiara: «Le alternative sono state valutate e reputate non realizzabili: non è possibile, infatti, un’infrastruttura all’interno dell’alveo del Bisagno, così come non è possibile pensare a metropolitane sotterranee, perché queste tipologie di infrastrutture si scontrano con il piano di bacino, così come non è possibile il tram in quanto non finanziabile dal ministero dei Trasporti perché l’asse Valbisagno ha già ricevuto finanziamenti. L’unica soluzione vera e concreta per il trasporto in Valbisagno è la metropolitana rialzata sopra terra che permetterebbe di raggiungere il centro in 10/12 minuti a chi abita a Molassana, e in 15 minuti per chi abita a Prato. È un’opera sostenibile perché elettrica: è stato previsto infatti un impianto di pannelli fotovoltaici capaci di dare energia direttamente all’infrastruttura. Ritengo, poi, che la richiesta di una proroga sia un atto assolutamente eccessivo per due motivi: l’opera è cantierabile entro l’anno e poi domando a Salis: che senso ha chiedere una proroga per un’opera che ha già detto di non voler fare?».
Ilaria Cavo, deputato genovese e capogruppo di Noi Moderati – Bucci – Orgoglio Genova in Consiglio comunale dice: «Ora il Comune deve decidere, sì o no, assumersene la responsabilità e renderne conto ai cittadini».
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