«Siamo stufi di architetti che non hanno mai visto un ospedale e dei falsi ambientalisti. Siamo arrivati all’accanimento e alla patologia, siamo arrivati a una vergogna. Basta con i no. Chi parla di speculazione edilizia mente sapendo di mentire: qui non si costruiscono né centri commerciali né appartamenti né discoteche. Qui si vuole costruire un nuovo ospedale. Basta bugie e falsità». Così il direttore del pronto soccorso dell’ospedale Galliera, Paolo Cremonesi è intervenuto all’incontro con la stampa stamattina all’interno dell’ospedale.
Ieri il consiglio di amministrazione dell’ospedale aveva annunciato la decisione di “attivare ogni azione necessaria a fronte di tutte le posizioni, degli atteggiamenti, delle affermazioni e delle azioni assunte reiteratamente dall’associazione, che si ritiene possano presentare, nel loro insieme e nella specificità di ogni atto, elementi di abuso di diritto, azioni temerarie e, comunque, iniziative gravemente diffamatorie nei confronti dell’ente e dei suoi amministratori”. L’associazione a cui si riferisce la nota del cda è Italia Nostra, che ha presentato un secondo ricorso contro il progetto del nuovo ospedale. Questa mattina il Salone dei Congressi dell’ospedale era affollato di camici bianchi: primari e direttori di Dipartimento hanno riempito il Salone a sostegno della posizione assunta dal cda e per illustrare le motivazioni per le quali è indispensabile la costruzione del nuovo ospedale.
«Non è possibile – ha precisato Cremonesi – limitarsi a una ristrutturazione dei padiglioni storici. L’ospedale è datato, i costi per una semplice ristrutturazione sarebbero enormi ed eccessivi. Noi siamo un ospedale pubblico e vogliamo continuare a dare un servizio di alta efficienza, in un ambiente moderno e decoroso. Qualcuno in passato ha avuto interessi personali contro il progetto perché temeva un calo di valore di uno o due palazzi qui intorno, ma queste sono beghe che a noi non interessano. Il Galliera è un ospedale storico, con grandi eccellenze, che serve Genova, la Liguria e anche parte del basso Piemonte, però ha molti anni e oggi la medicina moderna ha bisogno di stanze a uno o due letti, bagni in camera, percorsi più veloci per mettere i pazienti nelle migliori condizioni per essere curati e il personale in un ambiente moderno, luminoso ed efficiente, in cui lavorare decisamente meglio».
Carlo Introini, direttore di Urologia, ha sottolineato che «Noi medici e operatori sanitari siamo i primi diretti interessati assieme ai pazienti, anche se veniamo presi in considerazione sempre meno in queste diatribe. Il Galliera è un polo ad altissima tecnologia». Introini ha respinto la critica circa una presunta esiguità dei posti letto nel nuovo ospedale: «La visione del numero dei posti letto è arcaica. Non bisogna più parlare di numero di posti letto in assoluto, ma di quelli che servono rispetto alla posizione dell’ospedale nel territorio: 400 posti letto ad alta tecnologia sono più che sufficienti”.
Anche per Marco Filauro, direttore del Dipartimento Area di Chirurgia Addominale, «serve assolutamente un nuovo ospedale, ai pazienti in primis e agli operatori sanitari perché questa struttura ha oltre cento anni, è magnifica dal punto di vista storico, ma non più adeguata per assistere i pazienti. Ha ormai più di 130 anni, all’epoca in cui è stata costruita era all’avanguardia dal punto di vista strutturale, igienico e quant’altro, oggi è necessario un nuovo ospedale».
Filauro ha ricordato esempi in altre città di ospedali che si stanno riqualificando in pieno centro: «A Napoli, rione Forcella, viene recuperata un’area storica in cui nasceranno diversi servizi ospedalieri e verrà mantenuta anche l’area museale. A Milano, il policlinico, a 200 metri da piazza Duomo, rifarà una struttura con 900 posti letto e non c’è stata nessuna opposizione. Non si vede perché a Genova non possa essere realizzato un nuovo ospedale che garantisca criteri di modernità, come necessario».
Cremonesi ha concluso che il vertice dell’ospedale ha nuovamente invitato il presidente di Italia Nostra a un incontro «sereno e aperto». In mancanza di un confronto costruttivo si valuterà il ricorso alle vie legali.