I genovesi sono preoccupati dalla crisi in cui versa la sanità pubblica, con la maggioranza di essi che non la ritiene più in grado di rispondere, da sola, a tutti i loro bisogni in fatto di salute. A dirlo è l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità* di UniSalute, che ha sondato l’opinione degli abitanti di Genova sullo stato del Servizio sanitario nazionale.
Dalla rilevazione è emerso come quasi sei genovesi su dieci (57%) pensino che il Ssn – allo stato attuale – non sia più sufficiente per i loro bisogni sanitari e di cura. Il 32% afferma che la sua opinione della sanità pubblica è peggiorata rispetto a 5 anni fa, e solo uno su due (50%) si dice soddisfatto delle cure ricevute nel pubblico.
Nonostante ciò, i cittadini di Genova sono consapevoli del ruolo centrale del Ssn nel sistema di welfare del Paese, con il 51% che dice di avere comunque ancora fiducia nella sanità pubblica, e più di uno su tre (37%) continua a ritenerla una delle migliori al mondo. Rispetto al periodo pre-pandemia Covid-19, circa un intervistato su cinque (19%) nota un maggior ricorso nel pubblico ai servizi di telemedicina e teleconsulto: un sostegno da parte della tecnologia che viene visto con favore, tanto che il 56% vorrebbe un maggior uso di soluzioni tecnologiche per l’assistenza a distanza.
I tempi di erogazione delle prestazioni restano il problema principale riscontrato dagli intervistati, con l’82% che li considera eccessivi. Quasi la stessa percentuale (81%), inoltre, ritiene che rispetto a 5 anni fa i tempi di attesa si siano allungati, e di conseguenza puntare a ridurli (72%) e fornire maggiori disponibilità di date e orari (52%) sono i due aspetti più importanti su cui intervenire per migliorare il Ssn.
Queste criticità sono collegate anche alla carenza di personale sanitario, con medici e infermieri sempre più spesso costretti a sopportare carichi di lavoro estenuanti. Un problema che non sfugge ai genovesi: oltre tre su quattro (77%), infatti, sostengono che il numero di medici e infermieri in forze al Servizio sanitario nazionale sia inadeguato rispetto alle esigenze dei cittadini.
* Indagine Cawi condotta dall’istituto di ricerca Nomisma a febbraio 2024 su di un campione di 1.346 italiani con età compresa tra 18 e 70 anni, stratificato per età (18-70 anni), sesso ed area geografica, con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli, Palermo, Genova, Cagliari