Marco Crovetto, ceo di Sei Fuori di Genova Nervi, ci presenta l’azienda e soprattutto la filosofia portata avanti dai soci: creare un turismo basato sullo sport all’aria aperta sfruttando anche le nuove tecnologie.
Di cosa si occupa Sei Fuori?
Sei Fuori è una società nata per promuovere il territorio e si occupa di attività outdoor, dal trekking alla bici al sup, tutto quello che riguarda il mondo sportivo pseudoamatoriale
Com’è composto il vostro team?
Siamo un team prettamente di appassionati sportivi, come soci siamo in tre e in più abbiamo collaboriamo con guide turistiche e tutto un mondo di operatori collegati all’outdoor ,anche personal trainer e psicologi. Il team effettivo è di cinque a cui si aggiungono collaboratori esterni.
Qual è l’attività più richiesta?
L’attività più richiesta è sicuramente la mountain bike che è un’attività che sta prendendo sempre più piede, grazie anche alla bici elettrica si è ampliata molto di più a persone che prima avrebbero voluto ma poi fisicamente avevano delle difficoltà. Adesso con la bici elettrica si è aperto tutto un mondo non solo dal punto di vista maschile ma tantissimo anche per le donne.
Com’è nata Sei Fuori?
Dopo 20 anni che avevo vissuto all’estero mi sono incontrato con un amico di infanzia e abbiamo iniziato a pensare che cosa potesse aiutare un po’ il territorio a valorizzarsi. Siamo entrambi appassionati dello sport e quindi abbiamo iniziato a creare questo tipo di idea che all’inizio era solo sperimentale poi si è ampliata ed è diventata un’attività vera e propria indirizzata all’outdoor.
Qual è il punto di forza di Sei Fuori?
Sei Fuori non è soltanto un negozio fino a se stesso ma è un’azienda che crea, che fa sinergia e la nostra idea è che l’unione fa la forza. Penso che su Genova abbiamo un potenziale immenso e creando sinergia con altre strutture e con altre attività possiamo veramente ampliare la richiesta di quello che offriamo.
Innovazione e tecnologia in Sei Fuori come si sviluppano?
Abbiamo una parte della Sei Fuori che è legata a un mondo un po’ più sportivo che è il Triathlon, su quel tipo di settore stiamo sperimentando delle wearable, ossia delle fasce IoT che ti monitorano un l’attività fisica dell’atleta e migliorano la sua performance. Per quanto riguarda la bici abbiamo anche delle magliette con all’interno dei sensori, in modo che alla fine dell’attività si riesce a determinare il consumo di ossigeno, la performance, le pulsazioni e la potenza. Questo aiuta tantissimo l’atleta a creare un un training dedicato sull’individuo e non un training generico.
Sei Fuori è green?
Tutto quello che noi portiamo avanti è semplicemente green dal punto di vista del trekking, dell’orienteering, del sup etc. Sulla parte elettrica c’è un consumo energetico però è diciamo minimale ed è un sacrificio che si può fare per poi permettere a chi utilizza la bici di non utilizzare un’autovettura quindi riteniamo di essere green, in più stiamo portando avanti tutto un progetto per la pulizia dei boschi per favorire la riqualificazione di aree che precedentemente erano lasciate andare o abbandonate.
Rapporto tra sport, sostenibilità e innovazione?
Lo sport è già green perché devi usare la tua forza, la tua energia e in più non deve essere semplicemente un’attività sportiva ma deve essere anche un piacere cioè un godere di stare fuori, di stare in salute. Il nostro obiettivo innanzitutto è la salute fisica e il benessere mentale. Sulla parte della tecnologia possiamo fare un passo in avanti migliorando la performance personale. Allo sportivo cerchiamo di offrire dei tool che gli permettono di migliorare le proprie prestazioni e sulla parte sostenibilità noi siamo sempre fuori quindi più green di così.
Perché avete collegato la bici al turismo?
Bici e turismo hai tantissime realtà che hanno già iniziato un percorso di questo tipo: per esempio a Finale Ligure sul mondo mountain bike dove hanno testato e approvato che creando delle zone dedicate all’outdoor il turismo arriva. Il nostro obiettivo è di fare lo stesso su Genova.
Un consiglio che daresti ai giovani?
Allora, se io che ho 50 anni ho fatto questo tipo di percorso, penso che un giovane abbia 10 volte di più la motivazione per intraprendere lo stesso tipo di strada. Il turismo sicuramente è un’attività che non solo dà benessere ma può dare anche profitto e quindi quello che consiglio è di seguire la propria passione. Se avete una passione che è legata allo sport, qualsiasi tipo di sport, portatelo avanti e cercate di svilupparlo al meglio.