L’amministrazione comunale di Ceriale presenta la maschera di Anthia, omaggio alla novella inventata dal professor Franco Gallea all’ inizio degli anni 80. Il sindaco Luigi Romano proclama ufficialmente la figura della “Bella Anthia”, personaggio storico, culturale e leggendario tratto dalle ricerche e narrazioni storiche del territorio della frazione cerialese di Peagna curate dalla consigliera delegata Rosanna Gelmini.
Da Anthia prende il nome anche il noto premio della storica rassegna culturale e letteraria “Libri di Liguria”, organizzata ogni anno dall’associazione “Amici di Peagna”.
A Peagna nasce la leggenda della fonte di Anthia, che in greco significa fiore: una bella e ricca fanciulla che era innamorata di Abrocome. I due giovani contavano di unirsi in matrimonio al più presto, ma la loro storia fu improvvisamente interrotta per la cattiveria di un’altra donna, anch’essa innamorata di Abrocome, ma senza alcuna speranza, che, inviperita alla notizia delle imminenti nozze, accusò il giovane di averle usato violenza.
L’accusa era grave e il giovane impaurito fuggì. Si sparse la voce della morte di Abrocome e Anthia si apprestò a seguirlo nell’aldilà facendosi seppellire viva con i doni nuziali e i gioielli. La notte del suo sacrificio, il richiamo di tutte quelle cose preziose spinse alcuni ladri a profanare la tomba. Mentre stavano rubando monili e preziosi si accorsero che Anthia era ancora viva e, immaginando di ottenere un congruo riscatto dalla vendita della fanciulla, la rapirono e la imbarcarono su una nave diretta ad Alessandria. La ragazza alla fine fu venduta alla famiglia del ricco Petilio Ceriale, che possedeva una bellissima villa nei pressi di Albenga. II dolore e la nostalgia ebbero il sopravvento sulla psiche di Anthia che lentamente si lasciò morire.
Ed ecco che gli dei Amore e Morte, mossi a compassione per la fine della ragazza, compirono il miracolo e nel momento della morte la trasformarono in una fonte, permettendole cosi di raggiungere con la propria acqua il mare e compiere il lungo viaggio fino alla terra lontana dove avrebbe potuto congiungersi al suo amore.
Si racconta che chi andava a prendere l’acqua alla fontana di Anthia diceva: “Chi beve l’oiva de Anthia ú se ghe maìa”, proprio in relazione alla novella. Nonostante la narrazione si riferisca al periodo greco, si è scelto di adottare per questa figura un vestito più vicino ai giorni nostri. È un abito impreziosito da dipinti che rappresentano il borgo di Peagna e le peculiarità della zona: fiori, fossili, l’orchidea selvatica, la natura circostante e la trasformazione della giovane in fonte.
Le pittrici Marinella Azzoni, dell’associazione “Torchio e Pennello” di Albenga, e la professoressa Renza Merlo sono le artefici del dipinto realizzato sull’abito e sul copri spalle, uno scorcio raffigurativo della frazione cerialese. «Non è ancora stato ultimato l’intero quadro, ma siamo certi che avrà il suo impatto culturale nel mondo delle maschere – afferma la consigliera Gelmini – . E ringrazio il parco vacanze “Alì Babà” per aver ospitato le due artiste nella stesura dell’opera pittorica».
«Il personaggio della Bella Anthia raffigura un patrimonio culturale, storico e folkloristico davvero speciale di Ceriale e sarà una ambasciatrice per la frazione di Peagna e le sue attrattive naturalistiche e paesaggistiche, promuovendo il nostro territorio in occasione di diversi eventi dedicati alle maschere allegoriche, che da sempre raccontano tradizione e tipicità delle comunità locali» conclude Gelmini.
La figura della “Bella Anthia” sarà censita nel registro del Coordinamento Nazionale delle Maschere Italiane e nel registro dell’Associazione Maschere Internazionali.