Come annunciato dai sindacati, proseguono anche oggi le proteste dei lavoratori ex Ilva di Cornigliano che da ieri occupano lo stabilimento. Il presidio che da ieri mattina blocca lo snodo tra piazza Savio e via Albareto è stato mantenuto per tutta la notte, con pesanti ripercussioni su tutta la viabilità cittadina.
Stamattina alle ore 8 circa, sull’autostrada A10 Genova-Savona, nel tratto compreso tra Genova Pra’ e l’allacciamento A10/A7 verso Genova, si registravano già 8 km di coda a causa della manifestazione delle tute blu. Per lo stesso motivo, si registrano code in uscita alla stazione di Genova Aeroporto per chi proviene da Savona.
In A7 code in uscita a Genova Sampierdarena e 4 km di coda nel tratto compreso tra l’allacciamento A7/A12 e Genova Sampierdarena in direzione Genova. Inoltre, registrano 2 km di coda in A12 Genova-Sestri Levante nel tratto compreso tra Genova est e l’allacciamento A12/A7 in direzione Genova. Per le lunghe percorrenze Autostrade per l’Italia consiglia agli utenti in viaggio verso Milano o Livorno di percorrere la A26 Genova-Gravellona Toce.
Durante la giornata di ieri i rappresentanti delle istituzioni hanno incontrato i lavoratori e i sindacati scesi in strada, per manifestare la loro solidarietà alla protesta e ribadire l’impegno del Comune di Genova e della Regione Liguria a fare pressione sul governo affinché si trovi una soluzione per lo stabilimento genovese.
«Sono qui per portarvi non solo la mia solidarietà, ma anche il mio impegno. Sapete quanto, fin dal primo momento, io mi sia schierata per il “sì” al forno elettrico e quanto sia stata una decisione non semplice sul piano politico. Ma non c’era un piano industriale o un reale investimento da parte del governo e il mio eventuale “no” sarebbe diventato un alibi per non investire a Genova. Noi non ci siamo prestati a questo gioco. E ora qual è il futuro di queste aree? Ce lo deve dire il governo». Così la sindaca di Genova, Silvia Salis, che ieri sera ha incontrato i lavoratori ex Ilva, in sciopero a Cornigliano.
«Chiediamo parole chiare, un programma chiaro: bisogna difendere lo sviluppo economico di questa città e i vostri posti di lavoro qualificati – ha detto la sindaca ai lavoratori – e noi questo faremo: chiederemo al ministro di dirci che intenzioni hanno. A noi è stata chiesta una risposta veloce e immediata sul “sì” al forno elettrico: l’abbiamo data e il risultato è che non esiste nessun tipo di investimento».
«Sono al vostro fianco, la vostra lotta è sacrosanta – ha concluso Salis – ci sono milleduecento famiglie che vivono sul futuro di quest’area. Io sono con voi, sono qui come ci sono sempre stata quando c’era da prendere posizione».
In mattinata anche il presidente delle Regione Marco Bucci si era recato a Cornigliano per incontrare i manifestanti in presidio, garantendo l’impegno a lavorare per una soluzione che salvaguardi il futuro dell’occupazione e della produzione. «Capisco le motivazioni di questa protesta: la città e la Liguria sono vicine ai lavoratori, perché Genova ha sempre difeso la sua fabbrica: sono entrambe dalla stessa parte – ha dichiarato Bucci -. Anche la Regione Liguria è vicina a questa vicenda, così come la Regione Piemonte, perché siamo tutti quanti alleati nella difesa del lavoro e della produzione. Va trovata una soluzione, e noi stiamo lavorando per farlo».
«Come Regione Liguria siamo assolutamente determinati. Vogliamo che qui si continui a produrre, perché dell’acciaio c’è bisogno e perché la latta che si fa qui da noi è veramente di alta qualità; quindi, inutile andare all’estero quando c’è una fabbrica italiana che riesce a farla. Questo impianto ha un futuro e non deve chiudere».
«La complessità di questa vicenda – ha sottolineato – sta principalmente a Taranto, a cui noi, come anche gli altri stabilimenti del Nord Italia, siamo collegati: o facciamo funzionare il collegamento oppure troviamo un altro collegamento, non c’è altra scelta. Se a Taranto non si vogliono fare prodotti come i colis, è necessario trovare un qualcuno che li faccia o rendere lo stabilimento di Cornigliano in grado di produrli».
«Siamo in constante contatto con il Governo, che sta seguendo la vicenda con grandissima attenzione – ha assicurato -. Nel tentativo di realizzare una vendita complessiva dell’azienda sono emerse richieste che non vanno bene per Genova, dato che le realtà che hanno partecipato alla gara hanno posto certe condizioni per comprare tutto. Se ci saranno condizioni diverse per chi vuole comprare solo un pezzo, dovremo approfondire anche questa ipotesi. – continua il presidente della Regione -. Vista la situazione, dobbiamo cominciare ad affrontare l’ipotesi di una vendita separata delle varie parti dell’azienda, pur continuando a lavorare anche alla vendita complessiva. Io, per quanto concerne la Liguria, mi impegno a lavorare su ambedue le strade».
Foto: Cgil Genova.



























