Si chiama acalasia esofagea ed è una malattia rara il cui sintomo principale è la disfagia sia per i cibi, sia per i liquidi. Questa patologia è caratterizzata da un disturbo a carico dei muscoli dell’esofago che non si contraggono in maniera coordinata. In pratica lo sfintere esofageo inferiore, ossia la valvola tra esofago e stomaco, rimane contratto e non si rilascia, impedendo così il naturale transito del cibo dall’esofago allo stomaco. La conseguenza è un ristagno di materiale alimentare nel lume esofageo che nel tempo provoca una progressiva dilatazione dell’esofago e può portare ad una totale impossibilità ad alimentarsi normalmente.
Il Galliera è l’unico ospedale in Liguria e tra i pochi in Italia a praticare l’intervento di miotomia endoscopica transorale detto Poem (dall’inglese Per Oral Endoscopic Myotomy), una tecnica innovativa, considerata il Gold standard in casi come questi. Questa tecnica ha rivoluzionato il trattamento dell’acalasia, offrendo un’alternativa all’intervento chirurgico e alla dilatazione pneumatica.
I vantaggi di questa tecnica sono diversi, innanzitutto non servono incisioni sull’addome o sul torace; viene ridotto il dolore post-operatorio; si ottiene un recupero più rapido e la dimissione è precoce.
«Esattamente come si fa in una normale gastroscopia − spiega Mariachiara Campanale della struttura complessa Gastroenterologia del Galliera, diretta da Massimo Oppezzi − con un endoscopio dotato di adeguati accessori, si entra per via orale, attraverso la bocca e si accede all’esofago dove, con un piccolo buco, si scava nella parete dell’ esofago e si seziona la muscolatura malfunzionante sopra la valvola, ripristinandone così il fisiologico meccanismo di rilascio. Dopo pochi giorni dall’intervento il paziente può tornare a casa e mangiare normalmente entro una settimana».
Gli studi hanno dimostrato l’efficacia della Poem nel trattamento dell’acalasia, con tassi di successo superiori all’80-90%.
«L’attivazione di questa nuova tecnica all’Ospedale Galliera rappresenta una risposta concreta alle esigenze dei pazienti affetti da acalasia esofagea, una patologia rara ma altamente invalidante − commenta Massimo Nicolò, assessore alla Sanità di Regione Liguria − siamo orgogliosi che una struttura della nostra regione sia oggi tra i pochi centri in Italia a offrire questa procedura innovativa e mininvasiva, che ha tra i suoi principali vantaggi un recupero rapido e sicuro per il paziente. Grazie a questo intervento altamente specializzato saremo anche in grado di ridurre le fughe sanitarie, garantendo cure d’eccellenza senza dover recarsi fuori dalla nostra regione».
Questa metodologia rappresenta quindi un’opzione terapeutica di prima linea per l’acalasia esofagea, con un approccio personalizzato al paziente, specie in caso di rischio operatorio elevato. Inoltre è particolarmente utile nei pazienti in cui la chirurgia addominale può essere davvero complessa, come ad esempio negli obesi o in pazienti con pregressi interventi di chirurgia addominale.