La Liguria, storica meta di villeggiatura e turismo nazionale e internazionale, rischia di trasformarsi in una regione inaccessibile per molti pazienti nefropatici. Chi è in trattamento dialitico, infatti, è costretto a proseguire la terapia salvavita anche durante i periodi di vacanza, ma la scarsità di posti disponibili per dialisi temporanee negli ospedali e centri specializzati rende estremamente difficile – se non impossibile – programmare un soggiorno nelle località liguri.
La denuncia proviene da Aned, l’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto, che segnala una situazione ormai cronica in Liguria, aggravata dalla carenza di personale e dalla mancanza di una programmazione regionale adeguata, che impedisce a molte persone in dialisi di pianificare con serenità la propria permanenza sul territorio regionale.
Aned ha richiamato l’attenzione dei vertici istituzionali regionali per trovare una soluzione il prima possibile chiedendo chiarimenti sulla mobilità organizzata per i dializzati. Nello specifico il presidente nazionale e il comitato Liguria Aned, hanno inviato due lettere, il 30 gennaio e il 27 febbraio 2025 (agli assessori regionali della Salute, della Sanità, delle Politiche Sociali e del Welfare, ai presidenti delle Commissioni Regionali, ai Direttori delle Strutture Sanitarie Territoriali). In questa occasione però si è rivolta anche ai primari dei reparti di Nefrologia e di Dialisi per estendere ulteriormente la sensibilizzazione. Malgrado i reiterati tentativi di dialogo con le istituzioni, l’appello lanciato è rimasto senza risposta.
«I vertici istituzionali della Regione Liguria continuano a ignorare le richieste di Aned, l’Associazione che da oltre cinquant’anni è al fianco dei pazienti nefropatici, dializzati e trapiantati, lavorando in sinergia con medici e infermieri per migliorare la qualità della vita e tutelare i diritti delle persone fragili. Oggi siamo di fronte a una vera emergenza: l’impossibilità per i pazienti dializzati di recarsi in Liguria, non solo per una vacanza, ma anche per ricongiungersi con i propri familiari, per studio, per lavoro o per altre esigenze di vita. È bene che si sappia che la dialisi è una terapia salvavita indifferibile, cui i pazienti devono sottoporsi tre volte a settimana, senza alcuna possibilità di rinvio: saltare anche solo una seduta significa mettere a rischio la propria sopravvivenza», afferma Giuseppe Vanacore, presidente nazionale Aned.
«Aned coglie l’occasione per ribadire che la dialisi deve essere garantita a tutti, sull’intero territorio nazionale. Ogni persona in dialisi deve poter scegliere liberamente dove recarsi, senza dover rinunciare alla possibilità di proseguire le cure. La mobilità non può essere un privilegio: è un diritto. Come Associazione nazionale abbiamo sempre mantenuto un atteggiamento costruttivo e leale nei confronti delle istituzioni, ma non possiamo restare in silenzio mentre la voce dei malati viene sistematicamente ignorata. È tempo che la Regione Liguria affronti con serietà e responsabilità questa situazione. Stiamo ancora aspettando una risposta a una lettera inviata a gennaio di quest’anno. Il silenzio è assordante».
«Il ritornello che in Liguria mancano i posti rene non regge più – afferma il segretario regionale Aned Liguria Gianni Antichi – La ristrutturazione della dialisi all’interno del Maragliano (Policlinico San Martino) è stata conclusa alla fine del 2023, ma, ad oggi, i posti dialisi non sono ancora stati attivati. È tutto ancora in attesa di essere inaugurato, ma non è stato mai aperto, non per mancanza di personale, ma soltanto per una scelta politica».
«Quotidianamente rispondiamo a preoccupazioni di vario genere: da parte di un famigliare del paziente che entra in dialisi o direttamente del trapiantato che deve affrontare i follow up post operazione fuori regione, di chi pur avendo una seconda casa in una delle località liguri e risultando residente temporaneo non riesce a trovare un posto dialisi in una delle strutture regionali» prosegue Antichi.
«Alcune strutture dialitiche liguri, come Arenzano (Asl 3), Albenga (Asl 2) e Sestri Levante (Asl 4), sarebbero in grado di accogliere pazienti provenienti da fuori regione, soprattutto nel periodo da Pasqua a settembre. Basterebbe, da parte delle rispettive Direzioni, garantire un adeguato supporto di personale sanitario. Questo permetterebbe non solo di agevolare chi desidera fare una vacanza, ma anche chi si sposta per ricongiungimenti familiari durante le festività».
«Il centro dialisi di Sarzana si sta organizzando, da giugno a settembre, per accogliere fino a sei pazienti in vacanza, su turnazione nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì. La dialisi di Levanto, invece, resterà chiusa per lavori. Se la Asl 5 riesce a gestire questa opportunità, viene spontaneo chiedersi perché le altre Asl liguri non facciano lo stesso. C’è la necessità di agire con un intervento strutturale su tutte le unità di nefrologia della Liguria e sui centri dialisi, con una programmazione regionale aggiornata e risorse economiche adeguate e dedicate» conclude Antichi.
«C’è una nota a margine che non possiamo ignorare, in un quadro già complesso e destinato a peggiorare: secondo gli ultimi report del Centro Nazionale Trapianti e i continui confronti con il prof. Enzo Andorno, direttore dell’U.O. di Chirurgia Epatobiliare e Trapianti d’Organo dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino di Genova, le segnalazioni di donatori provenienti dalle rianimazioni risultano drasticamente ridotte. Di fronte a questi dati, chiediamo un rinnovato impegno a tutti i livelli per rilanciare la cultura della donazione di organi. Siamo pronti a collaborare attivamente in una campagna fondamentale per restituire speranza e fiducia a chi è in attesa di un trapianto d’organo, un intervento sempre salvavita, anche quando riguarda il rene. Ricordiamo che, solo in Liguria, la lista di attesa conta oggi 106 pazienti per un trapianto di rene e 31 per il fegato. Numeri che parlano da soli e che impongono un’azione concreta e condivisa».
La risposta della Regione Liguria
»Negli ultimi mesi, Regione Liguria ha avviato una serie di progetti innovativi e strutturali dedicati ai pazienti nefropatici, mai realizzati in Liguria fino ad oggi. Parliamo di interventi concreti, già attivi o in corso di attuazione, nati per garantire il diritto alla salute anche ai pazienti in dialisi che soggiornano temporaneamente in Liguria. Questo impegno è la dimostrazione di una volontà politica precisa: non solo rispondere alle esigenze esistenti, ma programmare un dialogo costante con le strutture sanitarie e gli operatori». Cosìuesta la replica dell’assessore regionale alla Sanità Massimo Nicolò.
«Tra le principali iniziative già avviate − spiega ancora l’assessore − ricordo il primo centro dialisi accreditato per turisti nella città di Genova nel quartiere di Sturla, pensato per assicurare continuità terapeutica a chi soggiorna temporaneamente in Liguria. Si tratta di un progetto pilota che affianca i centri già attivi nelle riviere di Ponente e Levante, con l’obiettivo di coniugare mobilità e diritto alle cure. Senza dimenticare l’attivazione, ancorché parziale, del nuovo reparto dialisi presso l’Ospedale Maragliano al San Martino, una struttura moderna e funzionale, con tecnologie di ultima generazione».
Il programmato potenziamento della dialisi peritoneale domiciliare con l’attivazione della dialisi peritoneale domiciliare assistita permetterà a un numero crescente di pazienti fragili di ricevere la terapia salvavita senza affrontare spostamenti disagevoli, migliorando così la qualità della vita e liberando postazioni di emodialisi che aumenteranno l’offerta anche ai turisti o lavoratori in trasferta in Liguria. Da aprile inoltre è stata attivata in Asl 3 (già presente in Asl 5) l’emodialisi domiciliare con moderne apparecchiature trasportabili che possono seguire il paziente dializzato nei suoi spostamenti fuori regione. A tutto questo si aggiunge l’integrazione della presa in carico nefrologica negli Ospedali di Comunità, come previsto dalla nuova organizzazione territoriale del Pnrr, per un modello di sanità più vicino ai cittadini e capace di rispondere meglio anche ai picchi di domanda stagionali.
«Questi dati – ribadisce l’assessore − dimostrano che stiamo lavorando con serietà, metodo e risorse pur rimanendo a disposizione per un dialogo costruttivo. Molti progetti sono in itinere e saranno portati avanti attraverso gare pubbliche e investimenti mirati per rafforzare i servizi. Le critiche mosse da Aned, oltre a non tener conto di quanto già avviato, rischiano di generare confusione e sfiducia tra i pazienti proprio nel momento in cui la Liguria sta mostrando un’attenzione senza precedenti su questo tema».