Il settore delle rsa in Liguria è in crescita e sta cambiando. Le rsa sono strutture non ospedaliere ma comunque a impronta sanitaria, che ospitano per un periodo variabile da poche settimane al tempo indeterminato persone non autosufficienti. In Liguria sono circa 500, per un numero complessivo di oltre 1200 posti letto. La richiesta è alta, considerata l’anzianità della popolazione, ed è destinata a crescere con l’arrivo di ospiti da altre regioni, attirati dal clima e dalla bellezza del paesaggio ligure. I posti convenzionati con il pubblico non sono sufficienti a soddisfare la crescente domanda di assistenza, quindi dovranno aumentare i posti in convenzione pubblico-privato. Inoltre tra le realtà meno strutturate è in corso una tendenza alla integrazione in grandi gruppi che possono contare su economie di scala e standardizzazione dei servizi. Di queste dinamiche in atto ci parla l’avvocato Nicola Cassinelli di Cassinelli Studio Legale, realtà genovese specializzata nella consulenza d’impresa.

Quale è l’entità del business delle rsa per anziani in Liguria (grandezza e tipologia)?
«La Liguria conta circa 500 strutture, per un numero complessivo di oltre 12.000 posti letto. È un mercato a oggi molto frammentato, anche per questo molto attivo nel settore delle acquisizioni».
Si tratta di un mercato redditizio? Se sì, per quali motivi?
«La nostra è la regione più anziana d’Italia. La popolazione ha una età media di 50 anni e oltre il 30% dei residenti in Liguria è rappresentato da pensionati. Questo fa sì che la domanda di servizi dedicati alla terza età sia notevole. Per questa ragione vi sono liste d’attesa per accedere alle residenze per anziani, e i posti convenzionati con il pubblico non sono sufficienti a soddisfare la crescente domanda di assistenza e si renderà sempre più necessario l’apporto degli operatori privati».
Quali sono i principali investitori nelle strutture? Ci sono anche operatori esteri?
«Le strutture sono sostanzialmente di tre tipi. Vi sono piccole realtà a gestione sostanzialmente familiare, che rappresentano numericamente la maggioranza delle residenze. Ci sono poi gruppi controllati da imprenditori locali che gestiscono più strutture nel territorio e possono offrire diverse centinaia di posti letto. Infine ci sono alcune realtà di livello nazionale ed europeo che controllano decine di strutture in Italia e all’estero. Alcune di queste sono controllate da fondi di investimento».
Quali sono state le più importanti operazioni di m&a negli ultimi cinque anni?
«Nel settore si sta registrando una tendenza alla concentrazione. Il fenomeno non è particolarmente rapido, ma costante. Diverse strutture prima gestite a livello familiare sono state acquistate da grandi gruppi, che possono contare su economie di scala e processi standardizzati che vanno a beneficio della reddittività. Si tratta di operazioni che individualmente non hanno valori particolarmente significativi, ma che complessivamente considerate stanno trasferendo una fetta non irrilevante del mercato dalle famiglie agli investitori istituzionali. A oggi invece non sembra ancora partita la corsa alla fusione tra realtà strutturate».
Quali norme vanno rispettate nella gestione di una rsa?
«È una disciplina complessa, sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista amministrativo. Vi è una stratificazione di competenze tra normativa statale e normative regionale. Anche per questo motivo non c’è una perfetta uniformità in tutto il territorio nazionale. La necessità di un continuo aggiornamento e di un approccio rigoroso è un vantaggio per le realtà più strutturate, che hanno uffici legali interni o consulenti esperti».
In quale direzione si sta evolvendo il quadro legislativo del settore?
«Il tema più significativo, almeno in Liguria, è quello delle convenzioni pubblico-privato. L’esigenza di soddisfare una domanda in continua crescita non potrà che portare a un aumento dei posti in convenzione: saranno gli operatori privati a erogare servizi assistenziali sulla base di una convenzione con la Regione».
Che prospettive ha, in Liguria, il ramo delle rsa, anche in considerazione delle caratteristiche del territorio?
«L’interesse degli operatori rende evidente che la Liguria ha prospettive molto solide. Le cause sono molteplici: non solo una popolazione anziana, ma anche la bellezza del paesaggio e il clima mite, che attraggono ospiti da fuori regione. È facile prevedere che nel prossimo futuro nuovi investitori manifesteranno il proprio interesse nel settore».