In val Polcevera, a Certosa, nei locali della Società di Mutuo Soccorso Perugina che nel 2017 ha compiuto 100 anni, parte un nuovo centro educativo e creativo gratuito e popolare per i giovani tra gli 11 e i 18 anni. L’obiettivo è creare un luogo di aggregazione sociale fisica e digitale dove i ragazzi possano esprimere e anche realizzare i loro desideri in un territorio giudicato a rischio di povertà culturale e non solo.
Nei due piani di via Piombelli, 15 (uno è già pienamente fruibile, l’altro diventerà nel giro di un paio di mesi una palestra per attività fisica, arti marziali con spogliatoi e docce accessibili) nasce Per-You Garden, un nome che ha vari significati: il fatto che sia per chi lo frequenterà, che sia un luogo dove coltivare i propri interessi e crescere appunto, come un fiore in un giardino sulla scia, anche, dell’esperienza dei Talent Garden.
Perugina, Associazione di promozione sociale, è capofila di un partenariato che ha vinto un bando da 840 mila euro messo a disposizione da “Con i bambini” impresa sociale proprio per realizzare il centro e che comprende gli Istituti comprensivi Certosa, Rivarolo, Teglia e il Gastaldi Abba come scuola secondaria di secondo grado, l’Associazione Sarabanda, il Circolo Vega, l’Alpim – Associazione liguri per minori e l’agenzia di comunicazione No Panic, unico soggetto profit che però in questo caso opera non profit.
Questa mattina l’open day, con la prestazione del progetto e la comunicazione delle prime attività in vista dell’apertura quotidiana a partire da settembre. Un progetto costruito in rete, con educatori, professionisti e scuole del territorio e che ha come “padri” lo storico Luca Borzani, presidente del comitato scientifico del progetto, e il presidente di Alpim Carlo Castellano, già promotori del liceo tecnologico in val Polcevera. Proprio Castellano dice: «La val Polcevera ha subito processi seri e degrado e ora sta ripartendo dai giovani, dalla loro cultura attuale per costruire un futuro nuovo. Ci vorrà del tempo, ma siamo fiduciosi».

Maria Elena Tramelli, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Teglia, traccia il quadro sociale in cui si inserisce il nuovo spazio: «Qui c’è un livello di dispersione scolastico alto, legato a disagio sociale in cui la povertà economica è uno dei tratti. Il ministero l’ha classificata come area a rischio e a forte processo immigratorio. Qui mancano i luoghi per aggregarsi e i giovani hanno interrotto drasticamente la comunicazione con gli adulti. Non si rivolgono ai genitori e alla scuola, ma selezionano di volta in volta gli interlocutori cercando un dialogo che non sia giudicante. La società dà loro poco spazio e occorre interessare la loro curiosità e far capire che i loro desideri possono essere ascoltati. La val Polcevera ha vissuto momenti difficili tra crollo del Ponte Morandi e pandemia, ma ha ancora una forte valenza associativa».
L’Aps Perugina è proprio una di queste realtà, che in qualche modo sono sopravvissute nel corso degli anni. Il presidente Fabio Niccolini ricorda che ha rischiato di chiudere definitivamente più volte, ma proprio grazie a un gruppo di giovani ha proseguito le attività come circolo Arci e come Aps. «Abbiamo finanziato tre anni di attività gratuita e popolare, ci teniamo a sottolineare questo termine, perché siamo in un quartiere popolare e abbiamo bisogno di mantenere la nostra identità. Abbiamo immaginato questo spazio come un giardino dove i ragazzi arrivano attraverso una serie di attività proposte da noi, ma soprattutto che proporranno loro e che noi possiamo finanziare e mettere a disposizione. La base di questo progetto è proprio il concetto generativo. Cresceranno come una pianta, si scopriranno, scopriranno le loro passioni e i loro interessi e ci auguriamo che li possano sviluppare anche in questo spazio in futuro sentendolo come il loro, perché l’obiettivo di base è di ricreare un’aggregazione che era più normale un po’ di anni fa e che adesso si è un po’ persa».
Lo spazio è volutamente, in parte, ancora vuoto: «Inizieremo − aggiunge Niccolini − con dei gruppi informali del quartiere, con i gruppi delle scuole, a ospitarli per farci raccontare un po’ cosa vorranno loro qui dentro. Da settembre lo allestiremo, secondo anche le loro indicazioni, e proporremo una serie di attività di base per incominciare a coinvolgerli e portarli dentro tutti i giorni della settimana».

Gli arredi rimasti sono quelli storici dell’Aps Perugina in un connubio tra quello che è stato ieri e il futuro, visto che parte dei nuovi arredi (luci, strutture) sono in stile “industrial“. È stato allestito un palco (utile anche per eventi musicali), ci saranno calcetto, ping pong, ma anche spazi per le creazioni social. L’architetto Giacomo Cassinelli dice: «Abbiamo creato una sintesi tra aspetti funzionali ed estetici, molto del budget è stato investito per l’accessibilità anche del primo piano. L’architettura del resto deve essere la scintilla che fa partire il motore della società e qui abbiamo pensato a una flessibilità per cambiare radicalmente lo spazio senza perdere la natura antica associativa. Questo luogo ha cambiato faccia nelle varie epoche, è stato anche un supermercato sociale».
Il project manager Enrico Neri auspica che questa esperienza possa fungere da rompighiaccio per altre: «Abbiamo cominciato con un lavoro di studio del territorio. Capire chi oltre a noi facesse cose per quella fascia di età. Lasceremo questo posto aperto ai ragazzi per gioco, svago tra di loro, con interazione minima del personale. Intendiamo essere attrattori fisici e digitali dal calcetto a Netflix, dalla playstation al ping pong. Dalle nostre esperienze con gli adolescenti emerge che spesso i loro bisogni faticano a emergere e successivamente faticano a trovare risposta. Sulla base delle indicazioni spontanee dei ragazzi poi costruiremo attività più strutturate. Intendiamo anche valorizzare l’uso del telefonino per costruire capacità anche analogiche nei ragazzi per arrivare al livello più avanzato: saper fare ma insieme con l’abitudine a condividere un’impresa collettiva passando attraverso le loro modalità di espressione».
Lo studio del territorio è diventato un foglio excel e una mappa consultabile da realtà del territorio e dai giovani stessi, spiega Domenica Papagno del comitato direttivo: «Abbiamo raccolto dati su associazioni, enti sportivi, parrocchie, scuole. Sinora abbiamo svolto 15 interviste e mappato 30 realtà, poi ci siamo occupati dei luoghi informali di aggregazione, poi le scuole. La mappatura è utile per valorizzare e integrare le risorse esistenti, per stimolare i processi di collaborazione e alleanza tra soggetti pubblici ed enti del terzo settore, per generare prossimità e accessibilità per i giovani. Mapperemo, anche se è al di fuori del nostro ambito, anche altri servizi legati a sanità e salute per offrire anche altro. Saremmo lieti che territorio rispondesse».
Il circolo Vega, spiega la presidentessa Anna Alessi, lavora soprattutto nel Sestiere di Prè con il progetto “Sulla buona strada” che si occupa dei bambini da zero a sei anni e a Certosa porterà personale che ha competenze pedagogiche ed educative. L’Associazione Sarabanda, da anni attiva in ambito teatro e circo (Circumnavigando Festival, Tiqu – teatro di quartiere), usa una parola per descrivere l’impegno in questo progetto: accompagnare, dice il direttore artistico Boris Vecchio.
Le prime attività sono frutto di circa 500 questionari sottoposti ai ragazzi delle scuole: pizza e pranzo chat, torneo di basket tre contro tre in via Vezzani, proiezione delle finali di Eurolega.
A gestire la comunicazione è No Panic, agenzia con base a Torino, ma che a Genova ha curato le ultime campagne del Genoa. Il fondatore Eugenio Damasio spiega: «Intendiamo costruire con i ragazzi la comunicazione del centro, una comunicazione tra pari e con uno spazio di proprietà dei ragazzi. Sono attivi i canali social ed è andata online la prima landing page peryougarden.com. Tra qualche mese avremo anche una app. Ogni ragazzo avrà un avatar digitale che accumula punti in base a quanto partecipa, usando la gamification per aumentare la motivazione. Intendiamo portare qui nomi importanti a livello musicale. Credo sia il primo passo per far affezionare i ragazzi al luogo, per dare loro autonomia di decidere cosa mettere qui».
La nuova fermata della metropolitana, in via di costruzione, renderà lo spazio facilmente raggiungibile anche dal centro città. «Ci piacerebbe essere attrattivi non solo per il quartiere», confessano i promotori.