La riforma del diritto doganale, in vigore dal 4 ottobre 2024, è stato al centro del seminario che si è tenuto ieri pomeriggio alla Camera di commercio di Genova.
Tra gli animatori del seminario, Sara Armella, co-autrice, con Antonella Bianchi (editore Giuffrè Francis Lefebvre) di un recente libro sul tema, presentato nel corso dell’evento.
La profonda trasformazione del commercio internazionale e, di conseguenza, del diritto doganale negli ultimi decenni, ha fatto sì che questo settore non rappresenti più soltanto una parte del diritto pubblico e, in particolare, del diritto tributario. Sotto la spinta fortemente innovatrice e uniformatrice del Wto, del Wco e dell’Unione europea, oggi il diritto doganale è rappresentato, in misura significativa, da norme internazionali ed europee e, solo in parte, da fonti normative nazionali.
Il volume di Armella e Bianchi fornisce una lettura approfondita e ragionata della Riforma della normativa doganale. A distanza di cinquant’anni dalla precedente riforma, il decreto sostituisce il Testo unico delle leggi doganali e un quadro normativo estremamente frammentato, passando da oltre 400 articoli a 122.
La riforma ha un grande impatto per le imprese che operano nel commercio internazionale, introducendo molti elementi di novità: separazione della fase di controllo dall’accertamento, abrogazione della controversia doganale, estensione del contraddittorio endoprocedimentale, ampliamento dello Sportello unico doganale e dei controlli (Sudoco). Importanti modifiche anche per la rappresentanza doganale e le relative responsabilità. Anche la revisione del sistema sanzionatorio introduce molte significative novità: nuove definizioni del contrabbando e delle violazioni amministrative, nuovi importi delle sanzioni, accertamento dei profili di responsabilità penale devoluti all’autorità giudiziaria. Una complessa disciplina che rende necessaria un’attenta due diligence, da parte delle imprese, circa l’impatto della riforma sulle procedure aziendali e che richiede un aggiornamento dei modelli 231/2001. Il testo illustra anche le principali novità della riforma del Codice doganale dell’Unione.
La dinamica messa in moto dalla riforma si intreccia in questi giorni con la guerra dei dazi scatenata dal presidente degli Usa Donald Trump. Dalla mezzanotte del 12 marzo 2025 le frontiere degli Stati Uniti hanno cominciato ad applicare dazi addizionali del 25% su acciaio e alluminio europei. Ma siamo solo all’inizio, gli sviluppi della vicenda oggi sono imprevedibili.
«Il commercio internazionale – spiega Armella – è attraversato da questa ondata molto preoccupante di dazi di Trump. I primi a essere stati introdotti nei confronti dell’Unione Europea sono i dazi del 12 marzo scorso nei confronti di acciaio e alluminio europeo. Dazi altissimi, del 25%, che si applicano, a differenza del passato, non soltanto su questi metalli allo stato puro, ma anche su questi metalli utilizzati come componentistica, quindi, per esempio, anche nel settore meccanico, nell settore dell’arredamento, tutte le volte in cui ci sia una componente in questi metalli che vada a far parte di un prodotto più complesso. Evidentemente è una situazione che crea molta preoccupazione, con un impatto importante per le aziende. Non dimentichiamo che la precedente ondata di dazi del 2018, proprio su acciaio e alluminio, dimezzò del tutto le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti. Oggi siamo alla vigilia anche di dazi più preoccupanti che sono stati annunciati e che riguardano a partire dal 2 aprile una serie di tariffe reciproche su tutta una serie di prodotti potenzialmente molto vasta. In queste ore è in corso un negoziato molto complesso tra Stati Uniti e Unione Europea Tutto questo ci dice che il commercio estero è attraversato in questo momento da acque molto turbolente. Il commercio internazionale per l’Italia pesa il 40% del nostro prodotto interno lordo, il 40% è l’entità dell’apporto dell’export rispetto al pil nazionale e gli Stati Uniti coprono circa il 10% delle nostre esportazioni».
Saremo danneggiati anche dai dazi sui prodotti della Germania, di cui noi siamo fornitori.
«Ma certo, insomma, in questo momento diventa sempre più importante per le aziende studiare, conoscere, approfondire, aggiornarsi e avere una gestione più possibile attenta e preparata di tutte queste dinamiche: a queste necessità cerchiamo di dare una risposta anche con il nostro libro».