Pianificazione degli spazi, un dialogo tra aziende e istituzioni che dalla condivisione strategica ormai raggiunta passi alla realizzazione di concrete soluzioni tecniche, miglioramento delle possibilita di accesso alla città, diffusione della conoscenza tra i giovani delle opportunità offerte dalla nautica professionale, che può erogare a ragazzi di di 18-19 anni stipendi di ingresso impensabili in altri settori, una maggiore consapevolezza nella cittadinanza del fatto che per Genova un’area dedicata all’industria portuale non è sottratta al tessuto urbano ma ne costituisce uno spazio vitale. Sono gli obiettivi da perseguire emersi con chiarezza questa mattina nel corso della presentazione dello studio TEHA (The European House Ambrosetti) sull’impatto economico e sociale della nautica professionale, nell’ambito dell’assemblea di Genova for Yachting: “Genova e la Grande Nautica: da scommessa vincente a leadership mondiale. Un percorso fatto di progetti concreti su lavoro, infrastrutture e integrazione”.
I dati 2023 rilevati ed elaborati da TEHA e le previsioni 2024 confermano la strategicità della nautica dei grandi yacht a Genova. Sale a 630 milioni di euro (590 nel 2023) il valore del giro d’affari calcolato lungo tutta la filiera sul territorio; sale l’impatto occupazionale sostenuto dal comparto, raggiungendo i 3150 addetti ( (2950 nel 2023); si stima un contributo al pil ligure di 222 milioni di euro (208 milioni di euro per il 2023) di cui circa il 50% in settori non nautici (manifattura, servizi, professioni, forniture, trasporto, commercio, alloggi e ristorazione).
Genova si conferma eccellenza nell’industria mondiale dei super yacht e il comparto di GFY strategico per l’economia del porto e del territorio: lo dimostrano anche i 12900 membri di equipaggio che hanno vissuto nella città nel 2024 con evidenti benefici per il tessuto commerciale e dei servizi.
Sulla base dei dati raccolti da TEHA relativi a traffico e presenze, si evidenzia per la prima volta un’inversione del trend tra gli anni 2023 e 2024: passano infatti da 79 mila a 63 mila i giorni di permanenza complessivi, con un decremento di circa il 21%. Questo segnale, che l’associazione sta analizzando, è un campanello d’allarme ma non ha avuto effetti tuttavia su dati di impatto economico, perché alla riduzione della permanenza di unità di lunghezza tra i 15 e i 50 metri (- 28%), corrisponde un aumento (+47,7%) delle unità di lunghezza superiore a 50 metri fino a 130 metri, che hanno maggiore capacità di creazione di valore lungo la filiera.
«La sfida di GFY per una leadership globale – ha detto Giovanni Costaguta, presidente di Genova for yachting – deve riuscire a tenere insieme le esigenze di tutto il cluster, che se da un lato segue l’evoluzione dei trend del mercato accogliendo yacht sempre più lunghi, deve fare in modo di attirare ed essere scelto anche da imbarcazioni di 25, 36 fino a 50 metri di lunghezza. Stiamo analizzando il dato e pensiamo che sicuramente abbiano influito nel 2024 la difficile logistica di accesso della nostra città, sempre più isolata, e la complessità di operare un porto commerciale. Occorre aggiungere poi il fatto che negli ultimi tempi altri territori si sono attrezzati per accogliere e gestire unità di media lunghezza. Il mondo sta andando avanti velocemente, ci sono valide alternative a Genova che stannno crescendo, la collaborazione tra pubblico e privato all’estero sta andando molto bene, per esempio a Barcellona, a Palma di Maiorca, nel Sud della Francia. A Palma di Maiorca si è investito molto per costruire infrastrutture che consentano alla nautica di lavorare e per snellire la burocrazia. Tutto questo fa capire quanto l’economia generata dalla vita di una imbarcazione sia, per sua natura stessa, molto mobile e che la competitività e la capacità attrattiva di un territorio si basano su fattori anche apparentemente molto lontani tra loro. Consapevole del potenziale della nautica professionale per Genova, la nostra associazione sottolinea la necessità di fare sistema e di attivare progetti concreti nei campi della formazione, delle infrastrutture, della pianificazione economica e territoriale per rafforzare ogni anno la leadership globale».
A Genova e in Liguria elezioni comunali e regionali e mancanza del presidente dell’Autorità portuale, ancora da nominare, hanno frenato l’indispensabile dialogo tra imprese e istituzioni.
«Da parte delle istituzioni – ha precisato Costaguta – c’è sempre stato un atteggiamento di ascolto e di disponibilità al dialogo, la condivisione strategica c’è a 360 gradi ma si fa fatica a produrre risultati concreti. È ora di organizzare dei tavoli tecnici con Comune, Autorità Portuale e, Regione. Per gli spazi le opportunità ci sono, con la nuova Diga e le aree ex Ilva, bisogna fare scelte strategiche. Noi non abbiamo bisogno di spazi enormi ma di razionalizzazione di quelli disponibili».
«Ci auguriamo, non appena si completerà il rinnovo delle nomine ed elezioni, che si possa riprendere al più presto un dialogo costruttivo con le istituzioni e superare l’attuale situazione che penalizza un comparto che lotta per la leadership mondiale» ha ribadito Alberto Amico, portavoce dei cantieri di Genova for Yachting.
«Genova – ha avvertito Amico – ha guadagnato un ruolo primario nel mercato mondiale grazie alla crescita infrastrutturale di marine e cantieri, interamente finanziata dai privati, che fanno da traino. Ma stiamo perdendo terreno: negli ultimi tre anni in Italia e nel mondo sono nati o sono in fase di realizzazione cantieri e hub integrati per yacht da 35 a oltre i 100 metri, grazie a partnership pubblico-private e a una visione condivisa tra operatori e amministrazioni locali. A Genova come privati abbiamo la visione, le proposte, i progetti concreti e la capacità di investire. Da tempo proponiamo una visione di sviluppo compatibile con l’esistente e realizzabile nel breve, per poter competere in un mercato che dimensionalmente richiede spazi e accosti.
Secondo Attilio Bruno, responsabile della formazione di GFY, «Con un comparto in costante crescita affrontiamo quotidianamente la difficoltà di trovare personale giovane. Il problema è che pochi giovani conoscono il nostro settore, bisogna presentarlo e mettere in dialogo richiesta e offerta di lavoro. L’offerta di lavoro è molto alta. Però manca una struttura che formi falegnami, idraulici, elettricisti. Il settore offre stipendi d’ingresso notevoli, ragazzi di 18-19 anni possono guadagnare 1.500 euro al mese. Inoltre a Genova i costi di affitto sono più bassi rispetto ad altri territori, pensiamo alla Lombardia. In questo ambito collaboriamo con realtà del territorio, come il Blue District con il quale organizziamo annualmente dei Career day dedicati a far incontrare domanda e offerta. Il nostro ultimo progetto è il portale di GFY in cui chiunque sia interessato può scoprire le nostre 60 realtà e conoscere direttamente le offerte di lavoro e proporre la propria candidatura».
Il consigliere delegato allo Sviluppo economico della regione Liguria, Alessio Piana, ha ricordato che «La Regione può fare molto per la formazione anche con il Liceo tecnologico che verà realizzato in Valpolcevers e con gli enti di formazione».
A proposito della formazione, Marco Sanguineri, direttore della Pianificazione dello Sviluppo dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale ha lanciato una proposta: «È venuto il momento di creare un’istituzione dedicata alla formazione nel settore industriale marittimo, sul modello dell’Accademia della Marina Mercantile, un’esperienza positiva che va ripresa». Sanguineri ha sottolineato il valore per il territorio del settore industriale marittimo: «Un’attività che ha un forte radicamento locale, nel commerciale c’è più volatilità. E bisogna ribadire che un’area portuale non è un’area sottratta alla città, se migloiaia di persone ci entrano e ne escono ogni giorno e producono reddito questa è la migliore integrazione tra città e porto. Bisogna tutelare le attività industriali, anche la loro forte coesione produttiva va preservata»
Per quanto riguarda la pianificazione degli spazi, Francesco Maresca, assessore allo Sviluppo economico del Comune di Genova, ha puntualizzato che « La nautica è il settore che cresce di più e il Piano regolatrore portuale non dovrà dimenticarlo. Per il tunnel subportuale mi faccio garante di un dialogo tra imprese e lavorazioni, la realizzazione dell’opera deve essere compatibile con entrambe queste realtà»