La Uil Fpl del Comune di Genova chiede chiarimenti riguardo l’affidamento dei servizi al pubblico del Museo Raccolte Frugone a un gestore esterno a partire dal prossimo primo febbraio, definendo la decisione “una scelta strutturale volta a smantellare la gestione pubblica dei servizi culturali” e sollevando perplessità sull’intera procedura adottata “in contrasto con i principi di trasparenza e correttezza amministrativa”.
«È inammissibile che una decisione di tale rilevanza venga comunicata in modo unilaterale e intempestivo, senza il necessario coinvolgimento delle parti sociali e in aperta contraddizione con quanto dichiarato nell’incontro con la Direzione Cultura di soli 40 giorni fa, durante il quale era stato garantito che non erano previste ulteriori esternalizzazioni, se non quelle già in essere. Questo cambio di rotta non solo mina la fiducia tra le parti, ma solleva fondati dubbi sulla coerenza strategica e organizzativa delle scelte adottate”, commentano i delegati Uil Fpl Luigi Paone e Giorgio Barile.
«L’argomentazione che attribuisce questa scelta alle assenze del personale è del tutto infondata e rappresenta un tentativo maldestro di giustificare criticità che, al contrario, sono il risultato di politiche assunzionali inadeguate, di una programmazione insufficiente e di scelte gestionali carenti. Risulta evidente che la responsabilità di questa situazione debba essere ricondotta ad una cattiva gestione strutturale e organizzativa.
L’affidamento temporaneo a soggetti esterni, definito in modo pretestuoso come misura emergenziale, rappresenta nei fatti una scelta strutturale volta a smantellare progressivamente la gestione pubblica dei servizi culturali. Tale approccio, già verificato in altri settori come cimiteri e ristorazione scolastica, non garantisce né la qualità del servizio né il rispetto dei principi di economicità e buon andamento della Pubblica Amministrazione, ma si configura piuttosto come una deresponsabilizzazione gestionale».
Uil Fpl oltre a denunciare il mancato e corretto coinvolgimento delle parti sociali, così come prescritto dal vigente Contratto Collettivo Nazionale, chiede:
– La revoca della decisione e l’elaborazione di soluzioni alternative interne, che garantiscano la continuità e l’efficienza del servizio senza ricorrere a esternalizzazioni.
– La trasmissione, ai sensi dell’art. 4 del Ccnl Funzioni Locali del 16/11/2022, di tutta la documentazione relativa alla procedura di affidamento, comprese delibere, determine, verbali e ogni altro atto amministrativo inerente.
– La messa a disposizione della documentazione completa riguardante la ditta individuata per la gestione del servizio, includendo specifiche sui requisiti tecnici, economici e professionali, nonché sulle modalità con cui è stata selezionata, al fine di verificare il rispetto della normativa vigente e dei principi di trasparenza.
«Ribadiamo che questa decisione, se portata avanti, rappresenterebbe una palese violazione del principio di partecipazione ed una compromissione dei diritti dei lavoratori. In assenza di un riscontro adeguato e tempestivo, ci riserviamo di intraprendere tutte le iniziative necessarie a tutela dei lavoratori, inclusa la proclamazione dello stato di agitazione», sottolineano i rappresentanti sindacali.