“I Pallavicino di Genova. Una stirpe obertenga patrizia genovese nella storia d’Europa e del Mediterraneo”, a cura di Andrea Lercari, pubblicato da Sagep, è un ricco excursus storiografico e divulgativo su una famiglia che ha ricoperto per oltre 800 anni le più importanti cariche pubbliche, i principali ruoli di governo, delicati incarichi diplomatici e alti gradi militari.
Ricostruire la storia dei Pallavicino vuol dire quindi seguire la storia di Genova. La famiglia vanta la propria origine dalla stirpe obertenga longobarda che durante il Sacro Romano Impero ebbe il controllo di gran parte del Nord Italia, comprese la Riviera ligure di Levante e la Lunigiana. Nonostante le origini obertenghe, i Pallavicino non furono coinvolti nel declino del sistema feudale carolingio: capirono la dinamica che stava portando all’affermarsi delle realtà comunali e si trasferirono a Genova. Da allora furono tra i protagonisti della storia cittadina. Parteciparono al governo del Comune istituito nel 1100 e furono tra i componenti del patriziato sovrano della Repubblica nata dalla riforma costituzionale del 1528. Le prerogative sociali e le cariche pubbliche di molti Pallavicino non intralciarono l’attività mercantile della famiglia che si sviluppò in sintonia con quella della città. Anche dopo l’annessione al Regno di Sardegna i Pallavicino ebbero un ruolo di rilievo nel nuovo Stato.
“Nel corso dei secoli – scrive il principe Domenico Antonio Pallavicino nella presentazione del volume – i Pallavicino hanno sempre cercato di essere grati a questa città e oggi mi auguro di esserlo anche io. Trovandomi unico rappresentante della famiglia a risiedervi stabilmente, ho sentito la responsabilità di gestire con lungimiranza le testimonianza della nostra storia. Negli anni sessanta e settanta del Novecento l’immagine percepita di Genova era legata alle attività portuali e industriali che la ponevano, con Milano e Torino, nell’allora famoso triangolo industriale, offuscandone le caratteristiche di città d’arte e antica capitale della Repubblica aristocratica. Il grande passato della città era ben rammentato dai membri delle sue antiche famiglie e la sua memoria era mantenuta viva dagli studi e dalle istituzioni culturali ma quegli aspetti non erano noti al grande pubblico internazionale. Non si poteva prevedere all’epoca la radicale metamorfosi che ha posto Genova all’attenzione del mondo come scrigno d’opere artistiche e di architetture civili e religiose di grande pregio al pari di altre città d’arte della nostra splendida Italia”.
Pallavicino ha provveduto alla sistemazione della chiesa gentilizia di San Pancrazio, per secoli fulcro della vita devozionale della famiglia, ha fatto riordinare l’imponente archivio gentilizio con il supporto della Soiprintendenza Archivistica e bibliografica della Liguria e ha dato vita alla Fondazione Pallavicino ETS di Genova che ha per scopo lo studio, la salvaguardia e la conservazione della memoria della famiglia, conservando ed esponendo al pubblico opere d’arte e provvedendo a borse di studio, concorsi premi, sussidi.
“I Pallavicino di Genova,” presentato di recente, illustrando la storia complessiva della famiglia dalle sue origini all’età contemporanea, fa luce sui suoi impegni pubblici e di solidarietà, le attività mercantili, le operazioni finanziarie, i luoghi simbolo del casato e le grandi committenze a Rubens e Van Dyck. Il ruolo della famiglia viene letto anche attraverso la lente di fascinosi eventi di élite della nobiltà europea, tra cui il gran ballo a palazzo della marchesa Vittoria Pallavicino durante la visita, nel settembre 1892, dei Sovrani d’Italia Umberto e Margherita. Nato da una lunga riflessione tra il principe e Andrea Lercari, curatore del volume, ha richiesto anni di lavoro. Ed è ricchissimo di documentazione e di illustrazioni.
«I saggi raccolti nel volume – scrive il direttore artistico della Fondazione Pallavicino ETS di Genova Vittorio Sgarbi – approfondiscono l’importanza del Messale della Natività del Cardinale Antoniotto Pallavicino, un codice miniato per le funzioni liturgiche della cappella Sistina; il sostegno per la controfacciata della chiesa di San Siro della quale la famiglia Pallavicino assume il giuspatronato; le committenze di opere di Rubens e di Van Dyck; le sculture della famiglia Pallavicino presso il cimitero monumentale di Staglieno, con le opere di Santo Varni e Augusto Rivalta”.
La pubblicazione edita da Sagep, con le voci narranti di Barbara Bernabò, Elena De Laurentiis, Andrea Lercari, Caterina Olcese Spingardi, Anna Orlando e Roberto Santamaria, è stata realizzata grazie alla collaborazione, tra gli altri, con l’Archivio di Stato di Genova, la Biblioteca Civica “Berio”, la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Liguria.