L’assessore al Lavoro e rapporti sindacali del Comune di Genova Mario Mascia ha convocato a Palazzo Tursi una rappresentanza della società proprietaria del Moody (che fa capo ad una holding svizzera) e le sigle sindacali di categoria per Cgil, Cisl e Uil per discutere della situazione in cui versano i 34 lavoratori dell’ex Moody di Piccapietra.
La società che ha acquisito il locale dopo il fallimento di Qui Group e che fa capo ad una holding svizzera, dopo l’incendio dell’11 settembre scorso ha deciso di non riaprire più il locale e di trasferire i 26 dipendenti nei locali sparsi in altre regioni
Questa mattina la proprietà ha ribadito di aver sempre tenuto al corrente per tempo la rappresentanza sindacale e gli stessi lavoratori della delicata situazione societaria, e di aver comunicato, lo scorso 14 ottobre, la decisione di non poter ricorrere all’ammortizzatore sociale e di voler cessare l’attività, fissando al 15 novembre il termine per i possibili trasferimenti del personale, nelle sedi di Ferrara, Padova e Arzachena.
«Ho chiesto alla proprietà − dichiara Mascia − di spostare la dead line dei trasferimenti al 15 gennaio, e ho ricevuto l’impegno di portare questa proposta al vaglio del cda dell’azienda. Ci siamo fatti portavoce del disagio che questi lavoratori provano di fronte alla prospettiva di dover fare i bagagli in tempo così ristretti e doversi recare a lavorare fuori Genova e lontano dalla quotidianità dei loro rapporti familiari pur di preservare il loro posto di lavoro. La scelta di fissare al 15 novembre il termine unico per i trasferimenti, anche se comunicata un mese prima nel rispetto dei contratti collettivi, merita senz’altro un ripensamento nel rispetto della dignità stessa dei lavoratori. Ho chiesto quindi un differimento al 15 gennaio, sia per dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori, sia per dare a noi la possibilità di sollecitare l’interesse di possibili nuovi investitori, con gli strumenti che il Comune di Genova ha messo in campo in questi anni, come la Genoa business Unit e trovare una soluzione che innanzitutto salvaguardi i posti di lavoro sul territorio».
Mascia si è poi fermato fuori da palazzo Tursi con una delegazione di lavoratori, venuti a manifestare davanti al Comune, per portare la sua solidarietà e metterli al corrente dell’incontro avvenuto con la proprietà.
Dal punto di vista dei sindacati, il segretario della Filcams Genova Maurizio Fiore commenta: «In questi giorni la Filcams ha impugnato tutti i trasferimenti coatti e, al tavolo di oggi, abbiamo chiesto che vengano differiti i tempi dei trasferimenti al 31 gennaio 2025. L’azienda si è riservata di valutare la nostra richiesta in tempi rapidi e darci presto una risposta». Nel corso dell’incontro la Filcams, oltre a rappresentare l’enorme condizione di difficoltà dei dipendenti Moody di Genova, ha chiesto di trovare un nuovo acquirente che possa da un lato occupare le maestranze e dall’altro ridare una prospettiva ad uno storico locale attivo nel cuore del centro città.