Il consuglio comunale di Albenga ha approvato all’unanimità la delibera per richiedere lo stato di calamità naturale, di emergenza regionale e l’intervento dell’esercito per rimuovere il materiale accumulatosi nell’alveo dei rii e dei canali presenti sulla piana di Albenga durante l’evento alluvionale dello scorso 4-5 settembre.
Il testo della delibera era stato concordato nella riunione capigruppo, tuttavia non sono mancati attacchi da parte di alcuni consiglieri di minoranza.
Il sindaco Riccardo Tomatis afferma: «Il testo di questo documento è stato condiviso da tutte le parti politiche a dimostrazione del fatto che c’è voglia di portare avanti un percorso per Albenga e di farlo in maniera condivisa e tutti insieme. Eventi calamitosi come quelli intervenuti sono di una eccezionalità unica. In poche ore è caduta una quantità d’acqua incredibile tanto che, oltre alle realtà che hanno subito danni a causa dell’alluvione oggi sta emergendo come, anche altre aziende, stanno perdendo la produzione per la quantità di acqua che ha determinato fenomeni di marcescenza delle piantine».
Tomatis ha ricordato gli investimenti fatti nelle opere di manutenzione di rii e canali. «Nel 2022 oltre 400 mila euro e nel 2023 oltre 300, questo perché sappiamo che la manutenzione è fondamentale. Non possiamo derubricare tutto a questo. La Piana di Albenga ha bisogno di interventi importanti su tutta la rete di rii e canali. Bisogna che il governo si renda conto che Albenga è il motore dell’economia agricola della Liguria e, in parte, anche d’Italia. Pertanto bisogna investire sul nostro territorio con interventi importanti da milioni di euro che certamente un Comune da solo non può sostenere».
Il Comune, dopo l’evento del 5 settembre, si è occupato degli interventi di somma urgenza. «A chi chiede perché non abbiamo fatto quelle lavorazioni prima vorrei spiegare che, purtroppo, per effettuare un intervento in regime ordinario servono studi idraulici che impongono che vengano seguiti determinati parametri. Se volessimo intervenire sul Carenda, ad esempio, non potremmo effettuare una lavorazione che non comporti l’adeguamento dell’alveo allargandone in maniera significativa la sezione con scavi e lavorazioni molto onerose. Purtroppo il Comune non ha sufficienti risorse, e grazie ai nostri uffici stiamo cercando di reperire tutti i fondi possibili, ma ci risulta che non ci siano stati altri bandi Psr dopo quelli ai quali abbiamo partecipato. Continueremo ad adoperarci, così come abbiamo già fatto ad esempio per rio Fasceo e Carendetta».