Il Consiglio regionale della Liguria ha approvato ieri con 18 voti a favore (maggioranza) e 12 contrari la variazione al Bilancio di previsione per gli anni finanziari 2024–2026. La misura da 63,6 milioni di euro servirà a coprire la situazione di squilibrio delle aziende sanitarie che è emersa dal monitoraggio trimestrale.
Nel dettaglio, al “servizio sanitario regionale – ripiano di disavanzi sanitari relativi a esercizi pregressi” sono destinati 63 milioni e 603mila euro; vengono, inoltre, stanziati per il 2024, 10 milioni di euro a favore di investimenti delle aziende sanitarie; viene rimodulato il debito autorizzato per la copertura di investimenti pregressi (+2,3 milioni sull’esercizio 2024).
Alla copertura dei disavanzi sanitari concorrono altri 8,5 milioni di euro che derivano da incassi per arretrati tra cui Irap (3,6 milioni) e addizionale Irpef (4 milioni e 300 mila euro), 35 milioni di euro da fondi discrezionali regionali già destinati alla sanità (“Servizio sanitario regionale – finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei Lea”); 1,4 milioni di euro da economie su cofinanziamento di Programmi comunitari del periodo 2014 – 2020; 10 milioni di euro da cofinanziamento di Programmi comunitari 2021–2027 attualmente non impegnati e oggetto di riprogrammazione; 5,9 milioni di euro da economie su oneri del debito in seguito alla mancata contrazione di mutui. La parte restante è coperta attraverso riduzioni su alcune leggi di spesa regionale.
«Oggi siamo qui per mettere 63 milioni di euro nella sanità ligure per coprire i costi di servizi che già sono stati erogati, non perché siano stati o saranno tagliati servizi: questo non è accaduto e non accadrà. Non lasceremo buchi di bilancio nei prossimi anni, come invece abbiamo trovato al nostro arrivo: terremo, come abbiamo fatto finora, i conti in ordine. Nel momento in cui si parla di mettere fondi sulla sanità non vuol dire che stiamo tagliando risorse, ma che al contrario stiamo immettendo risorse, perché è stato speso di più di quanto avevamo preventivato nel bilancio approvato a dicembre 2023. La sanità ligure ha speso 63 milioni di euro in più di prestazioni che hanno prodotto risultati concreti, visto che sono aumentate le prestazioni». Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti nella sua relazione alla variazione di bilancio all’esame dell’aula del Consiglio regionale.
«Rispetto al 2022 il disavanzo è cresciuto: la cosa più preoccupante è che la Giunta prende soldi da altri fondi, ad esempio riduce la capacità di spesa dei fondi europei togliendo la propria quota, e non dà nessuna risposta su quali siano le manovre in sanità per consentire il mantenimento delle prestazioni spendendo di meno. Serve un processo di riorganizzazione che riguarda Alisa – che costa 29 milioni e non mette neanche un cerotto – e tutti gli strumenti di governance che costano 20-30 milioni di euro, soldi che vengono meno alle prestazioni sanitarie», commenta il consigliere regionale di Azione Pippo Rossetti.
«Anche la maggioranza di centrodestra riconosce la debolezza di Alisa e accoglie la richiesta di portare l’Ordine del giorno che ne chiede la chiusura in discussione in Commissione Sanità. Il modello di gestione della Sanità di Toti ormai é indifendibile e ci sono dubbi anche in maggioranza. La chiusura di Alisa, di fronte a questo disastro, non è più un tabù neppure per la maggioranza. Riteniamo che sia giunto il momento di non commettere più gli stessi errori, ma si deve cambiare tutto al più presto», così il capogruppo del Pd in Regione Luca Garibaldi alla fine della discussione sulla variazione di bilancio per colmare il disavanzo di 63 milioni della sanità e sulla disponibilità della maggioranza di aprire la discussione in Commissione sanità sul superamento di Alisa, come proposto dall’ordine del giorno presentato da tutti i gruppi di opposizione.
«Una manovra che certifica il fallimento della politica sanitaria della nostra regione, tutta responsabilità della Giunta Toti – commenta il Capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio regionale e vicepresidente della Commissione II Salute Gianni Pastorino – Dopo otto anni di governo, ora il Presidente Toti non si può più lamentare e scaricare le responsabilità sulle precedenti amministrazioni».