«L’atto di indirizzo approvato in giunta su mia proposta si pone perfettamente in linea con la direttiva Bolkestein, che all’art. 12 si riferisce alle procedure ad evidenza pubblica e le puntella in modo tale che sia garantito l’interesse pubblico all’imparzialità e alla trasparenza della procedura di selezione tra candidati potenziali nonché all’adeguata pubblicità dell’avvio della medesima procedura e del suo svolgimento e completamento». Lo ha detto l’assessore al Demanio e all’Urbanistica del Comune di Genova Mario Mascia rispondendo a un’interrogazione a risposta immediata presentata dal capogruppo di Vince Genova Paolo Gozzi sulle concessioni balneari.
Gozzi su Linkedin, annunciando la sua interrogazione, aveva spiegato: « Il nostro Paese rischia una procedura d’infrazione europea per l’incapacità di decidere, dal 2006 ad oggi, circa la famosa Direttiva Bolkestein che impone un maggiore dinamismo concorrenziale in alcuni settori, fra cui quello delle concessioni demaniali marittime degli stabilimenti balneari. Nell’attesa che il legislatore vada nella direzione che auspico – quella di garantire procedure ad evidenza pubblica concorrenziali con il dovuto riconoscimento degli investimenti e degli sforzi fatti da chi fino ad oggi ha gestito le concessioni – ho presentato un’interrogazione per approfondire le modalità con cui si è mosso il Comune di Genova, lasciato a decidere come le altre amministrazioni locali italiane nella mancanza di un quadro legislativo ben definito e alla luce della scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2023.
«L’art. 16 del D.Lgs. 59/2010 che ha recepito la Direttiva Bolkestein – ha precisato Mascia nella risposta – non a caso si riferisce all’applicazione da parte delle autorità competenti di “una procedura di selezione tra i candidati potenziali che assicuri la predeterminazione e la pubblicazione, nelle forme previste dai propri ordinamenti, dei criteri e delle modalità atti ad assicurarne l’imparzialità, cui le stesse devono attenersi” e dà la facoltà a queste autorità competenti, “nel fissare le regole della procedura di selezione”. A quanto pare, siamo una delle poche se non l’unica amministrazione locale ad aver specificato nell’atto di indirizzo le linee guida di cui si sostanzia l’interesse pubblico e che ci serviranno da parametro di valutazione delle progettualità ai fini dell’assegnazione delle concessioni. La focalizzazione politica e mediatica ha fatto spostare l’attenzione dal fine primario ovvero garantire massima pubblicità, imparzialità e trasparenza in questo tipo di percorso che si discosta dal rinnovo automatico, ormai fuori dalla storia. A Genova abbiamo messo nero su bianco che il nostro fine è che le strutture balneari siano in regola con le norme urbanistiche edilizie e paesaggistiche vigenti, che il mare sia gratuitamente accessibile a tutti, con particolare riguardo alle persone con disabilità, che le opere di difesa del litorale siano funzionali alla protezione non solo delle spiagge in concessione ma anche di quelle libere. Abbiamo dato ampia pubblicità, attraverso la pubblicazione della delibera, diffusa anche tra gli operatori, procedendo, in caso di istanze concorrenti, alla redazione e alla pubblicazione di bandi per la nuova assegnazione delle concessioni in questione in conformità con la disciplina di cui al vigente Codice della Navigazione e ai principi di cui all’art. di cui all’art. 4, c. 2, lett. e) L. 118/2022. La nostra amministrazione ha approfittato della proroga per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura di selezione e ha assicurato tramite la delibera la massima pubblicità all’avvio della procedura così come farà con il suo svolgimento e completamento, perfettamente in linea con la Direttiva Bolkestein».