I coordinatori delle cooperative sociali di Alleanza delle Cooperative italiane – Liguria, Sandro Frega, Rossana Spigoli e Francesco Fracchiolla intervengono con una lettera aperta sulla vertenza della cooperativa sociale Lanza del Vasto.
“In merito all’incresciosa situazione che vede coinvolta la cooperativa Lanza del Vasto in vicende assunte alla cronaca non solo locale, ma anche nazionale, e che riguardano – oltretutto – la modalità di gestione dei servizi, e non esclusivamente le ben note difficoltà finanziarie che non hanno consentito il pagamento degli stipendi degli operatori, Le scriventi centrali cooperative, già da mesi hanno espresso la propria preoccupazione, sia riguardo ai fruitori dei servizi, sia riguardo alla sorte dei soci lavoratori/dipendenti della cooperativa”.
La vertenza coinvolge in tutto circa 350 dipendenti occupati in diverse residenze sanitarie e case di riposo gestite dalla cooperativa sociale.
“Abbiamo pertanto messo a disposizione le nostre associazioni e le strutture afferenti, con l’unico fine di assicurare la continuità dei servizi ai più deboli e del lavoro, pur trattandosi di una società cooperativa non associata ad alcuna delle nostre centrali cooperative. Il fine è ovviamente quello di salvaguardare il lavoro e il sostegno ai bisogni di tutte le persone coinvolte, fintanto che non venga chiarita e trovata una degna soluzione alla vicenda”.
“Al di là della cronaca che riguarda una singola cooperativa con le responsabilità che potranno o meno emergere (responsabilità che saranno eventualmente valutate dagli organi competenti), ciò che davvero preoccupa – e per il quale esprimiamo fortissima contrarietà – è che, ancora una volta, in modo grossolano e pervicace, si rischia di ingenerare nell’opinione pubblica un pregiudizio diffuso sull’operato delle cooperative in quanto tali. Tale generalizzazione mortifica la serietà, l’affidabilità, l’attenzione che invece contraddistingue un mondo, ed in particolare quello a noi associato, che fa cooperazione in maniera etica, seria e responsabile, con un lavoro duro di dirigenti ed operatori che quotidianamente interagiscono con tutte le tipologie di fruitori (siano essi bambini che anziani, immigrati o persone fragili), ovvero che garantiscono l’inclusione lavorativa di quelle fasce deboli alle quali nessun altro, salvo le imprese sociali, fornirebbe una occasione di lavoro continuo e retribuito con l’applicazione dei Ccnl”.
“Un lavoro quindi prezioso e molte volte misconosciuto dai più, ma apprezzato da coloro che di quei servizi ne sono parte o fruitori e che difficilmente hanno voce presso l’opinione pubblica. Chiediamo pertanto alle istituzioni ed ai media, con forza, ed ancora una volta, di tenere ben distinti e distanti fatti che riguardano singole imprese dal modello “Cooperativa”, sotto cui operano ed agiscono migliaia di società mutualistiche che esprimono qualità ed altissima professionalità nei servizi loro affidati, e che incidono sul tessuto sociale quali partner forti ed affidabili del pubblico nella gestione del bene comune”.