I giovani imprenditori italiani sono più fiduciosi sul futuro dei loro colleghi più anziani. Per l’anno in corso quasi 1 impresa under 35 su 2 prevede aumenti di fatturato (49% contro il 42% delle imprese non giovanili) mentre per il 2024 la quota scende leggermente (43% degli imprenditori giovani contro il 34% dei senior).
A dirlo è il Centro Studi Tagliacarne che ha messo a confronto le prospettive di crescita, per il 2023 e il 2024, delle imprese guidate dagli under 35 con quelle delle non giovanili.
L’indagine, in collaborazione con Unioncamere, è stata condotta su un campione di 4.000 imprese manifatturiere e dei servizi con una forza lavoro tra i 5-499 addetti.
La contrazione dell’imprenditoria giovanile nell’ultimo decennio in Italia è stata netta: tra il 2012 e il 2022 il Paese ha perso un quinto delle imprese guidate da under 35 e in Liguria la variazione è stata pari al -18,7%.
Le previsioni di crescita dei giovani imprenditori fotografate dallo Studio Tagliacarne sono un segnale positivo e riguardano anche il fronte occupazionale con il 31% del campione che prevede di incrementare l’organico nel 2023 (contro il 23% degli imprenditori senior).
Sul fronte dell’export le imprese più numerose sui mercati internazionali risultano quelle guidate da imprenditori over 35: nel 2023 esporterà il 45% delle non giovanili, contro il 38% delle aziende under 35. E per il prossimo anno, pur se la presenza degli imprenditori giovani sui mercati stranieri è attesa in aumento, la distanza “generazionale” all’estero resterà inalterata di 7 punti percentuali quando a esportare sarà il 40% delle imprese giovanili contro il 47% delle altre.
Nonostante la minore presenza sui mercati stranieri, le imprese giovanili che esportano sembrano più fiduciose: per il 2023 il 44% prevede aumenti delle vendite all’estero contro il 33% delle non giovanili mentre per il 2024 incrementi sono stimati dal 42% del campione (contro il 31%). Nel complesso, per aumentare le vendite oltreconfine, le imprese giovanili contano di utilizzare principalmente strategie improntate sulla qualità dei prodotti (42%) e investimenti in comunicazione e branding (24%).
Secondo il Centro Studi Tagliacarne, le imprese giovanili investiranno di più delle altre nella transizione green e digitale. Tra 2023 e il 2025, il 53% delle imprese giovanili investirà in green e il 48% in digitale (contro rispettivamente il 45% e il 41% delle over 35). Mentre il 36% delle imprese under 35 ha in programma di investire contemporaneamente in digitale e green.
Ma le risorse economiche insufficienti all’interno dell’azienda e i tassi di interesse elevati per l’accesso al credito sono il principale ostacolo che rischia di intralciare il loro cammino verso la transizione. Le barriere economiche sono un problema, infatti, per il 39% delle imprese giovanili che non intendono investire nella sostenibilità (contro il 31% delle non giovanili) e per il 45% che prevede di non fare investimenti 4.0 (contro 29% delle non giovanili).