Stonewallsforlife, progetto di cui il Parco Nazionale delle Cinque Terre è capofila, ha avviato il primo corso dedicato all’approfondimento di conoscenze legate alle tecniche tradizionali di costruzione dei muri a secco.
Il programma è rivolto ai professionisti iscritti all’albo dei manutentori dei sentieri del Parco, già in possesso di competenze specifiche.
I manutentori, alcuni dei quali impiegati da tempo negli interventi di manutenzione della rete escursionistica predisposti dall’ente Parco, grazie al corso avranno l’opportunità di approfondire aspetti relativi alla stabilità dei versanti terrazzati, alla regimazione delle acque superficiali, alle forme e cause del dissesto dei muri, alle diverse tecniche di posatura delle pietre, al taglio della vegetazione, oltre che ad elementi di geologia e litologia.
I corsi – organizzati con il supporto di Isforcoop La Spezia – coinvolgeranno, per un totale di 32 ore, di lezioni sia teoriche sia pratiche, professori dell’Università degli Studi di Padova e Genova, esperti in ambito forestale e di telerilevamento e referenti di Itla Italia, sezione nazionale dell’Alleanza Internazionale per i Paesaggi Terrazzati.
Grazie alle conoscenze acquisite attraverso questo modulo, unitamente al numero complessivo di ore già lavorate, alcuni dei manutentori potranno così ottenere, attraverso un percorso di certificazione delle competenze, la qualifica di “operatore alla difesa e manutenzione del territorio e delle risorse ambientali” riconosciuta da Regione Liguria e valida su tutto il territorio italiano.
«La filosofia del progetto Stonewallsforlife – spiega il direttore del Parco delle Cinque Terre Patrizio Scarpellini – è quella di mettere a sistema una serie di azioni integrate sul fronte della ricerca, del monitoraggio e della trasmissione di saperi tradizionali per elaborare risposte concrete, replicabili e dirette alla salvaguardia del paesaggio terrazzato che nel Parco trova una delle sue espressioni più avanzate. È la dimostrazione di come l’ambiente sia un volano di crescita professionale a favore di un’economia circolare, come nel caso della figura del manutentore dei sentieri, green job che abbiamo creato ad hoc per le esigenze del nostro territorio con un percorso condiviso insieme a Regione Liguria».
Il secondo ciclo formativo previsto dal progetto avrà al centro la trasmissione delle conoscenze di base di quest’arte riconosciuta dall’Unesco patrimonio mondiale immateriale e sarà rivolto a tutti coloro i quali vorranno approcciarsi al mondo delle tecniche tradizionali di costruzione in pietra a secco.
L’aula per lo svolgimento delle lezioni pratiche dei corsi sarà l’anfiteatro di Manarola: i versanti terrazzati dove opera la Fondazione Manarola, partner di progetto, per il recupero ai fini agricoli dei terreni abbandonati.
Stonewallsforlife – il progetto europeo, partito nell’autunno del 2019 per concludersi nel 2024, ha l’obiettivo di dimostrare come l’antica tecnologia dei muri a secco possa essere utilizzata per aumentare la resilienza del territorio ai cambiamenti climatici. Tecniche costruttive e sistemi di monitoraggio innovativi saranno utilizzati per ripristinare un’area terrazzata abbandonata di oltre 5 ettari (4000 m2 di superficie di muri a secco) in un sito dimostrativo nelle Cinque Terre: l’anfiteatro di Manarola (Riomaggiore). Costruttori esperti terranno corsi di formazione per migranti e disoccupati per insegnare loro la posa e la manutenzione dei muri a secco. Grazie alla mediazione della Fondazione Manarola, le aree recuperate saranno affittate con contratti a lungo termine ad aziende agricole locali che si impegneranno per la loro manutenzione. Studi preparatori scientifici, tecnici e socioeconomici verranno condotti per garantire la trasferibilità del modello proposto da Stonewallsforlife in altri siti con condizioni diverse, sia all’interno del Parco Nazionale delle Cinque Terre che nel Parco del Garraf in Catalogna.
Il partenariato di Stonewallsforlife è composto da: il Parco Nazionale delle Cinque Terre che è leader capofila; l’Università di Genova-Distav, responsabile dell’analisi dell’effetto del cambiamento climatico sul territorio, del monitoraggio delle azioni e dei risultati del progetto; Fondazione Manarola, che ha già svolto una parte propedeutica al progetto, è direttamente coinvolta nelle attività di mobilitazione sul territorio; Itrb Group per la sua esperienza nella redazione di proposte a programmi Ue. Legambiente per la sua esperienza in progetti di sostenibilità ambientale e si occupa della comunicazione; Diputaciò de Barcelona, partner internazionale, ha un ruolo chiave nella replicabilità del progetto in altre aree dell’Unione Europea con condizioni simili.